Corriere della Sera (Milano)

Olmi e don Rigoldi

PERIFERIE AFFAMATE DI SOGNI

- Di Marco Garzonio

«Il futuro è coltivare lo spazio dei sogni e riempirlo di volontà». Le parole di Olmi, appese nel Centro per Giovani di Baggio ora a lui intitolato, hanno molti interlocut­ori. Son di consolazio­ne per i familiari (la moglie Loredana e figli Betta, Fabio e Andrea); d’incoraggia­mento per don Rigoldi e gli straordina­ri operatori che lavorano nel quartiere da anni; di sollecito alle tasche di chi rifiuta l’equazione periferie/degrado di monito alla città tutta. Milano ha bisogno come il pane d’un cibo raro ma essenziale: i sogni dei poeti, che le restituisc­ano la voglia di immaginare, pensare in grande, osare. I poeti dispongono del linguaggio universale che affratella chi è nato qui e chi viene da fuori, chi ha lavoro e chi non lo trova, chi ha studiato e chi ha appreso la cultura dalla vita. I poeti son refrattari a finzioni, chiacchier­icci, polemiche distruttiv­e; preferisco­no dar voce a chi non l’ha o aprire orizzonti a chi aggomitola­to su di sé si crede centro del mondo. Non hanno ricette né sulla felicità, né sulle buone maniere. Scavano laddove i tg non arrivano e illuminano ciò che i politici raccontano a seconda del loro tornaconto. Sono a proprio agio in dormitori e case popolari; di fronte a tante brutture trasforman­o la depression­e in sprone. I film di Olmi sono esemplari. Han coltivato lo spazio dei sogni: Il posto, L’albero degli zoccoli, Il villaggio di cartone. Alla sua lezione Milano deve attingere la voglia d’essere più giusta nel cambiament­o. Che il messaggio venga da Baggio è un bellissimo sogno. A noi di lavorare perché diventi realtà.

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