Abito da SS a fini educativi L’altolà della prefettura
Corte d’Appello
Il «fondo sostegno affitti» era un contributo economico alla locazione riservato alle famiglie in condizioni di povertà (cioè con meno di 7.000 euro di Isee) che, introdotto nel 1998 e modificato nel 2008, consentiva alle famiglie di ottenere una somma pari a due canoni di locazione fino a un massimo di 1.200 euro: ma quando la Regione Lombardia ha preteso solo per gli stranieri il requisito della «regolare attività lavorativa» oltre al requisito della residenza da almeno 10 anni nello Stato o da 5 in Lombardia, ha stabilito un parametro illegittimo perché discriminatorio: per questo la sezione lavoro della Corte d’Appello (presidente Giovanni Picciau, giudici a latere Giulia Dossi e Laura Bove) ha ordinato alla Regione di ammettere gli stranieri al beneficio a parità di condizioni con i cittadini italiani. E siccome nella causa (proposta da una cittadina di El Salvador con le Associazioni Asgi e Apn tramite gli avvocati Alberto Guariso e Livio Neri) la Consulta aveva già dichiarato incostituzionale anche l’altro requisito della residenza da almeno 5 anni in Lombardia, ora la Regione dovrà riformulare il bando, garantendo l’uguaglianza tra italiani e stranieri e consentendo la presentazione di nuove domande. Per le due associazioni «è un ulteriore passo verso una effettiva uguaglianza tra italiani e stranieri». «A furia di fare i prefascisti, i leghisti lombardi creano disservizi ai comuni e ai cittadini», commenta la consigliere regionale del Pd Carmela Rozza, che aggiunge: «I tribunali applicano la legge e la legge dice che i cittadini extra Ue, regolarmente in Italia, senza lavoro non possono essere discriminati. Salvini e Di Maio — ironizza Rozza — si mettano il cuore in pace, daranno agli stranieri regolari anche il reddito di cittadinanza e quota 100...». «Abbiamo spesso assistito, nella scorsa legislatura, alla approvazione di documenti con un approccio superficiale e propagandistico — rimarca il gruppo consiliare M5S Lombardia —. È un errore, spesso si sono trasformati in atti del tutto inefficaci. Auspichiamo che la si finisca con la propaganda fine a se stessa».
Le norme
Per ottenere i fondi erano necessari un lavoro regolare e la residenza da 10 anni