Il «Sacro Sud» di Enzo Avitabile alla Triennale
Stasera
«Sacro», come esperienza spirituale e musicale personale e «Sud», non inteso come posizione geografica, ma come una fede che vive nella strada, nel popolo. È il «Sacro Sud» di Enzo Avitabile, che va in scena stasera alla Triennale (viale Alemagna 6, ore 21; ing.25/30 euro) nel concerto di apertura della rassegna «Musica dei Cieli» (vedi servizio qui accanto). Il sassofonista, napoletano doc, classe 1955, affiancato da Gianluigi Di Fenza alla chitarra classica e dal fratello Carlo alle percussioni, racconta il suo viaggio interiore alla ricerca delle radici della spiritualità. «È un percorso immaginario — ha spiegato Avitabile — che parte da Nazareth e arriva a Marianella, il rione degradato di Napoli da cui vengo e in cui nacque Sant’Alfonso Maria de Liguori, a cui sono legati versi celebri come “Tu scendi dalle stelle”, e che io ripercorro attualizzandoli nei contesti sociali odierni. In altre parole, canti devozionali tradizionali riscritti da me nel cemento». Il musicista partenopeo propone dunque la sua formula di preghiera laica e multietnica e lancia quindi il suo messaggio di speranza: «I brani sono un miscuglio di dialetti e lingue e ne viene fuori un’armonia naturale. Nascono in napoletano e si mescolano a mantra suri, versi arabi, africani e al latino, che a sua volta ne eleva la sacralità. Oggi più che mai abbiamo bisogno di questa fratellanza per evitare la strage degli innocenti. Ora non c’è più Erode, ma c’è chi si fa saltare in aria in nome di un Dio per motivi politici o di fanatismo».