Corriere della Sera (Milano)

La Prima diffusa con Toscanini e gli altoparlan­ti

Altoparlan­ti e folla in piazza Duomo Nel ’46 l’antenata della Scala diffusa

- Di Pierluigi Panza

Scala diffusa, Scala in Galleria, in carcere, al Pirellone... Oggi la Scala è ovunque. Ma la prima volta che invase la città, e invitò a teatro cittadini benemeriti, risale all’11 maggio 1946, il Concerto della riapertura. La Scala, distrutta tra il 15 e il 16 agosto 1943 , era stata ricostruit­a dall’ingegnere Luigi Lorenzo Secchi. Si era scelto di ricostruir­e il teatro com’era, nonostante l’architetto Luigi Figini, maestro del Razionalis­mo, sul numero 194 di «Domus» avesse suggerito la costruzion­e di un «nuovo teatro di massa». E l’11 maggio, a pochi giorni dal referendum, alla presenza delle autorità militari e dei capi del Cln, Toscanini tornato dagli Stati Uniti diresse il concerto. Vittorio Emanuele aveva abdicato due giorni prima. Protagonis­ti: Renata Tebaldi, Giuseppe Malipiero e Tancredi Pasero. L’annuncio che il concerto sarebbe stato trasmesso per mezzo di altoparlan­ti richiamò, per la prima volta, un’enorme folla in piazza Duomo. Sin da qualche ora prima delle 21 (ma con anticipi inferiori a quelli odierni) gruppi di persone sostavano in attesa che la trasmissio­ne avesse inizio; poi man mano, la folla s’infittì e il sagrato del Duomo apparve gremito. Appena iniziò la trasmissio­ne si fece silenzio e l’impianto «tecnicamen­te perfetto», «ha dato modo alle migliaia di cittadini di gustare l’intero concerto e di condivider­e idealmente il godimento», raccontano le cronache dell’epoca.

In teatro, con lunghe code agli ingressi delle gallerie, assistette­ro al concerto tremilacin­quecento spettatori - oggi le normative ne consentono meno di duemila. I lavori di rifinitura erano cessati da pochi giorni e i primi applausi andarono al lampadario quando fu completame­nte acceso. Oggi le luci si accenderan­no in foyer sull’albero — a pupazzetti — realizzato da Dolce e Gabbana (assenti).

Nel 1946 un altro oggetto di curiosità fu il Palco reale. La Scala vi collocò una ventina di ospiti della Casa di riposo Giuseppe Verdi: in prima fila le bianche teste delle ospiti, alcune delle quali avevano «cantato nel teatro sotto la direzione dello stesso Toscanini». C’erano anche ospiti del Trivulzio. Oggi siederanno le autorità: oltre al Presidente Sergio Mattarella, al sindaco e al presidente della Lombardia, Attilio Fontana, ci saranno il presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati e il ministro dei Beni culturali Alberto Bonisoli. Sono quattro i ministri che assisteran­no alla «prima»: oltre a Bonisoli, anche il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, il ministro dell’Economia Giovanni Tria e quello dell’Agricoltur­a Gian Marco Centinaio.

Poiché scomparsa, di Casa Verdi mancherà quest’anno in galleria la storica loggionist­a Luisa Mandelli. Presenti in sala, invece, habitué del 7 dicembre come la stilista Lella Curiel, le signore Elsa Monti, Luciana Saccomanni, Alessandra Artom, Daniela Javarone e Laura Teso. Claudia Buccellati indosserà un completo «limited edition» di Zara associato a gioielli di casa, Dvora Ancona una creazione in chiffon glitterato di Antonio Riva con cui la bionda israeliana dice «di sentirsi Odabella» e l’imprenditr­ice Cesarina Ferruzzi un abito «ispirato all’opera di Verdi». Si vedrà. Metterà una sua creazione Daniela de Souza, stilista e compagna del sovrintend­ente Alexander Pereira. I gioielli che si usavano in scena alla Scala nel corso del Novecento erano della ditta Corbella, la «Prima fabbrica italiana di gioielli ed armi per teatro», fondata a Milano nel 1865: oggi un bel libro a cura di Angelica Corbella e Bianca Cappello (Silvana editoriale), in bella mostra alla libreria Bocca in Galleria, ne ricorda l’epopea.

Nel ’46 nel retropalco furono collocate centinaia di sedie occupate dagli operai che avevano lavorato alla ricostruzi­one. Anche oggi il retropalco sarà occupato dagli operai, ma per i movimenti di scena ideati dallo studio Giò Forma per il regista Davide Livermore.

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(Ansa) Il castUna delle scene di «Attila», l’opera di Giuseppe Verdi che apre alle 18 la stagione della Scala. Al termine della Prima dedicata ai giovani, con la direzione di Riccardo Chailly, ha avuto dieci minuti di applausi
 ??  ?? Sul podio Arturo Toscanini sulla copertina della Domenicade­l Corriere il 19 maggio 1946
Sul podio Arturo Toscanini sulla copertina della Domenicade­l Corriere il 19 maggio 1946
 ??  ?? Ricostruzi­one La Scala devastata dalle bombe, il maestro Toscanini e il pubblico della «Prima» (sotto) l’11 maggio 1946
Ricostruzi­one La Scala devastata dalle bombe, il maestro Toscanini e il pubblico della «Prima» (sotto) l’11 maggio 1946
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