Doping, la doppia vita del poliziotto culturista
Cremona, giro di farmaci: 3 arresti
Smercio di sostanze dopanti, ricettazione di farmaci illegali e detenzione di droga a fini di spaccio. Queste le accuse, nell’ambito dell’operazione «Good drugs» della squadra mobile per cui è finito agli arresti domiciliari un poliziotto della questura di Cremona, appassionato di body building, insieme con altri due culturisti. L’agente Vincenzo Catapano, 48 anni, avrebbe ceduto dosi di «nandrolone» (nella tabella delle sostanze illegali dal 2010) ai frequentatori del giro delle palestre, un mondo fatto di ossessione per la forma fisica, anche a costo della salute. Catapano si è avvalso della facoltà di non rispondere.
CREMONA Ha cominciato a fare sport all’età di 7 anni, prima il nuoto, quindi è passato al calcio e al karate. Ha tirato calci al pallone e si è cimentato con l’arte marziale fino ai 25 anni.
«Poi, quando sono entrato in polizia, per motivi di turno di lavoro, ho cambiato disciplina». Si è messo a frequentare le palestre e così il body building è diventata «la mia vera passione a livello amatoriale». E l’ossessione per i muscoli pompati lo ha inguaiato. Vincenzo Catapano, 48 anni, napoletano d’origine, poliziotto della questura di Cremona, prima alle Volanti, ora alla sala operativa, testa rasata e fisico scolpito pubblicato sul suo profilo Facebook, è finito agli arresti domiciliari nell’ambito dell’operazione «Good drugs» (ovvero «Buone droghe») della squadra mobile che ha acceso i riflettori su un mondo fatto di eccessi e forma fisica perfetta, anche a costo della salute.
Quel mondo su cui si allunga lo spettro del doping. Sono tre le ipotesi d’accusa che la procura contesta al poliziotto: lo smercio di sostanze dopanti, la ricettazione di farmaci illegali e la detenzione ai fini di spaccio di droga.
Precisamente il nandrolone, dal 2010 inserito nelle tabelle delle sostanze stupefacenti e psicotrope. Roba che, secondo la procura, il poliziotto avrebbe ceduto a chi frequenta il giro delle palestre.
Come Biagio Varriale, 29 anni, operaio di Cremona, e Loris Losi, 32 anni, di Lodi, atleti amatoriali di body building, anche loro agli arresti domiciliari per smercio di anabolizzanti.
«Li conosco, ma non siamo neanche in rapporti. Ci vediamo in palestra, la McFit sulla Castelleonese, ci salutiamo: ‘”Ciao ciao”», ha detto Catapano ieri, al termine dell’udienza di convalida dell’arresto davanti al gip, Elisa Mombelli.
Il poliziotto si è avvalso della facoltà di non rispondere. Stessa scelta l’ha fatta Varriale. Al contrario, ha parlato Loris Losi, il lodigiano che il 28 aprile dello scorso anno, su Facebook aveva pubblicato: «Nella vita fare il papà e giocare a fare il culturista sono le cose che più amo fare».
E che il giorno successivo aveva postato: «Dopo quattro anni di assenza totale dalle gare, torno con vittoria categorie piccole taglie e assoluto Body Building».
Da mesi i poliziotti della sezione antidroga indagavano il collega Catapano. Lo ascoltavano al telefono. Martedì mattina è scattato l’arresto.
«È stato brutto. Mi hanno telefonato e sono venuti a casa a notificarmi l’ordinanza». Aveva il frigorifero e un armadietto pieni di anabolizzanti. «Li uso per me. Non li ho mai smerciati. Non ci sono elementi per la ricettazione. Non hanno trovato denaro, niente di niente. Sostanze pericolose? Io faccio controlli periodici e sto bene».
Il poliziotto spera che il giudice revochi i domiciliari. «Verrà proposto il riesame sulla misura cautelare, ma sin da subito abbiamo chiesto che possa sostituita con misure meno afflittive», ha detto l’avvocato Luca Curatti, per il quale «tutto sembra assolutamente eccessivo e sproporzionato in relazione alla figura di Vincenzo. Si è trattato solo di una grande passione per questo sport portata all’eccesso, con luci ed ombre che possono esserci attorno a queste passioni». Prosegue l’avvocato: «Ci sta il poter assumere delle sostanze che possano aiutare a migliorare le prestazioni, senza fini sportivi, senza fini agonistici, senza fini di nessun tipo, se non per uno scopo amatoriale. Che la scelta possa poi essere condivisibile o censurabile, è un problema che riguarda il privato, non gli altri. Uno può decidere di fare uso di sostanze anabolizzanti o di non farlo. È una scelta personale».
Farmaco illegale Avrebbe ceduto dosi di «nandrolone» a frequentatori del giro delle palestre