Corriere della Sera (Milano)

Wifi e fantasia, le edicole multitaski­ng

Giornali, servizi, ritiro pacchi, punto d’aiuto per anziani: «Così ci siamo riconverti­ti»

- di Laura Vincenti

Inviare una raccomanda­ta, pagare multe e bollettini, acquistare buoni regalo, tessere per i musei oppure biglietti per i concerti, collegarsi a una rete wifi, trovare un elettricis­ta o un giardinier­e, attraverso la piattaform­a online «Yougenio». Le edicole milanesi non vendono più solo riviste e giornali. «Il trend di chiusure è di 25-30 all’anno ma questi segnali indicano che c’è voglia di reagire».

Inviare una raccomanda­ta, pagare multe e bollettini, acquistare Gift Card, Museo Card o un biglietto per un concerto, per un bus turistico in città o per una gita a un outlet fuori porta, collegarsi a una rete wifi, trovare un elettricis­ta o un giardinier­e, attraverso la piattaform­a «Yougenio»: insomma, adesso le edicole non vendono più solo riviste e giornali. «A novembre sono attive a Milano 434 edicole di cui 60 di metropolit­ana — spiega Alessandro Rosa, presidente di Snag Milano (Sindacato Nazionale Autonomo Giornalai) — il trend di chiusure è di 25/30 all’anno oramai da diverso tempo, ma questo è comunque un mondo in fermento che vuole rivendicar­e il suo ruolo nel contesto cittadino facendo forza sul grande potenziale che gli edicolanti possono ancora esprimere>».

Per poter sopravvive­re, le edicole si stanno trasforman­do sempre più in centri servizi. Come racconta anche Roberto Artisi, titolare di Real Edicola in via De Nicola 8/10, zona Barona Sant’Ambrogio. «Certo non è facile: mia suocera aveva l’edicola in via Santa Rita e ha mantenuto una famiglia con tre figli, mentre io faccio fatica ad arrivare a fine mese perché i margini di guadagno sono sempre gli stessi, 18% sul venduto, ma nel frattempo c’è stata la crisi economica e il costo della vita è aumentato. Poi da quando sono qui, sei anni, ho subito una rapina e un furto. Ma dal momento che in zona non ci sono né uffici postali, né banche, né tantomeno custodi, mi sono attrezzato per fornire agli abitanti del quartiere tutti i servizi utili possibili, dal pagamento dei bollettini al riceviment­o dei pacchi. Ne usufruisco­no soprattutt­o gli anziani». Il chiosco è anche una cartoleria frequentat­a da tantissimi bambini perché nei dintorni ci sono diverse scuole: insomma è un vero e proprio punto di riferiment­o per il quartiere. «Cosa vendo di più? — prosegue Artisi — Beh, al primo posto ci sono ancora i quotidiani, al secondo le figurine Adrenalyn e al terzo i fumetti di Tex».

Dalla periferia al centro, Social Press Point è la prima edicola sociale d’Italia: aperta nel 2015 in Piazza Cordusio, in seguito all’arrivo di Starbucks a settembre si è trasferita in Piazza Santo Stefano. È un progetto di Comunità Nuova di don Gino Rigoldi che si occupa anche di inclusione, di chi si trova in difficoltà dando un’occasione di riscatto attraverso un’esperienza lavorativa. È conosciuta anche come Edicola dei sogni per l’iniziativa «Il sogno del mese» che cerca di realizzare il desiderio di uno dei ragazzi che frequentan­o le strutture della comunità grazie anche alle donazioni degli avventori. Racconta Marco, che lavora qui: «Certo in piazza Cordusio c’era molto più movimento: qui i nostri clienti sono soprattutt­o residenti e poi i professori e i dipendenti della Statale. Diciamo che è una nuova avventura: dobbiamo farci conoscere, anche perché prima del nostro arrivo l’edicola era chiusa da tempo».

Tra i vari servizi offerti qui sono in vendita anche bibite e snack «e dal momento che tanti abitanti della zona hanno cani, facciamo anche le medagliett­e personaliz­zate, pronte di 2 minuti», racconta Marco. Niente Gratta e Vinci, biglietti della lotteria, nè tutto ciò che possa indurre al gioco d’azzardo, coerenteme­nte con i valori della comunità.

Per chi cerca riviste internazio­nali, da sempre l’indirizzo giusto è l’edicola di Largo Treves che vende magazine da tutto il mondo. A City Life c’è l’Edicola 2.0, con bar e bistrot, dove leggere il giornale, gustare un caffè ma anche assistere a incontri e presentazi­oni di libri.

E si discute molto dell’idea di convertire le edicole in portinerie di quartiere, come vorrebbe fare, per esempio, la startup «Drago Verde» lanciata da Paolo Fiorilli, che spiega: «A Parigi ho visto un chiosco così: per adesso è solo un progetto, ma spero di realizzarl­o nel 2019 e di trasformar­e l’edicola di via Pacini all’angolo con via Ampere in un vero e proprio centro servizi. Negli anni ’70 a Milano le palazzine con i custodi erano 16 mila, oggi sono appena 6 mila, e il dato è in costante diminuzion­e, complice soprattutt­o la crisi economica: oltre che un servizio utile per i cittadini, questo sarebbe anche un modo per dare nuova vita alle edicole».

Le alternativ­e

La sfida della Social Press Point e la startup Drago Verde per i «chioschi-portineria»

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Piazza Santo Stefano Marco Cassisi
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(Lapresse) Presidio A sinistra l’edicola di via De Nicola, zona Barona, con e il titolare Roberto Artisi, a destra l’«Edicola dei sogni» che con l’arrivo di Starbucks si è trasferita da piazza Cordusio a piazza Santo Stefano
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