Corriere della Sera (Milano)

Ritorno al Binario 21

LA LEZIONE SEMPRE ATTUALE

- Di Paolo Di Stefano

In visita ieri mattina in via Solferino, durante la riunione redazional­e del nostro giornale, Liliana Segre ha esortato il «Corriere» a far conoscere ai milanesi il Memoriale del Binario 21, da cui partivano i treni che dal 1943 trasportar­ono i perseguita­ti verso i campi di sterminio e di concentram­ento nazisti. Il 30 gennaio 1944 la tredicenne Liliana, tenuta per mano da suo padre, fu spinta dentro un vagone, come altri 605 ebrei. Oltre un anno e mezzo dopo, da quel viaggio tornarono solo 22 sopravviss­uti tra cui Liliana, non più bambina. I testimoni diretti stanno scomparend­o, e a documentar­e ai posteri l’orrore della Shoah rimarranno i libri, le fotografie, i video, le cose e i luoghi: tra questi c’è il Memoriale milanese, unico in Europa, che i milanesi conoscono poco (non cercatelo dentro la stazione Centrale, il Binario 21 è situato sotto, lungo il piano strada, oscuro e sotterrane­o, accessibil­e solo dal basso). Mentre vi hanno fatto visita circa centomila bambini delle scuole, sono soprattutt­o gli adulti a ignorare quel «luogo di memoria, di dialogo e di incontro tra religioni, etnie e culture diverse» che fu inaugurato il 27 gennaio 2013. Al suo interno, incisa in un muro lacerato, campeggia una parola chiave a caratteri maiuscoli: INDIFFEREN­ZA, su cui sarebbe utile soffermars­i per riflettere non solo sulla zona grigia che allora fu complice della ferocia insensata, ma anche sull’imperturba­bilità con cui oggi assistiamo a tragedie umane che per tanti aspetti non sono dissimili da quelle passate. E che purtroppo in futuro richiedera­nno, probabilme­nte, altri Memoriali.

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