Insulta gli svizzeri, interviene la polizia
Ira sui social dopo una multa, gli agenti elvetici arrivano in fabbrica: licenziato
Insulti alla polizia svizzera sui social, ondata di indignazione virale e licenziamento. Era accaduto pochi giorni fa a una frontaliera dipendente di una società elvetica. È successo nuovamente nelle scorse ore. In questo caso, visto che il post dell’italiano che lavora oltreconfine conteneva anche minacce, è intervenuta la polizia cantonale ticinese, che sta valutando segnalazioni al ministero.
COMO Insulti alla polizia sui social, ondata di indignazione virale e licenziamento. Era accaduto solo pochi giorni fa a una giovane frontaliera dipendente di una società elvetica. È successo nuovamente nelle scorse ore. In questo caso, visto che il post dell’italiano che lavora oltreconfine, oltre ad epiteti offensivi conteneva anche minacce, è intervenuta pure la polizia cantonale ticinese, che sta valutando possibili provvedimenti.
Il post rabbioso è comparso sul profilo facebook di un giovane frontaliere che, dopo aver preso una multa a suo dire non meritata, si è sfogato sulla tastiera. «Quando vado in pensione giuro che vi ammazzo tutti sbirri svizzeri…». E via con insulti e «faccine» arrabbiate. Fino alla conclusione: «Dovete morire».
Immediata l’ondata di reazioni sui social. Nel dibattito sono entrati anche esponenti politici, a partire da Lorenzo Quadri, consigliere nazionale della Lega dei Ticinesi, partito non certo tenero nei confronti dei frontalieri. «Un altro permesso di lavoro da ritirare — scrive Quadri —. I frontalieri odiatori della Svizzera e delle sue istituzioni se ne stiano al di là della ramina».
Così, quello che per l’autore era probabilmente solo uno sfogo — comunque molto violento — è diventato ben preso un «caso», politico ma non solo. Un episodio grave e da non sottovalutare, per le forze dell’ordine, che decidono di non soprassedere.
Ieri mattina, diversamente da quanto accaduto nell’episodio precedente avvenuto all’inizio del mese, gli agenti ticinesi si sono presentati a Stabio, alla Rapelli, l’azienda di salumi nella quale presta servizio il frontaliere che ha sfogato la sua ira contro la polizia elvetica. L’obiettivo: parlare con il responsabile del gesto e approfondire la situazione. «Stiamo assumendo informazioni su tutta la vicenda e abbiamo ascoltato la persona coinvolta — confermano dalla Polizia Cantonale —. Verrà valutata l’ipotesi di una segnalazione al ministero pubblico».
Dopo il faccia a faccia con la polizia cantonale, il frontaliere si è trovato poi a fare i conti con il datore di lavoro. Se nelle prime ore dopo la diffusione del post i titolari dell’azienda si erano infatti mostrati più cauti, ieri pomeriggio è arrivata una dura presa di posizione ufficiale, con la comunicazione del licenziamento senza appello per l’italiano.
«Simili comportamenti sono incompatibili con la cultura aziendale della Rapelli Sa e con i valori su cui essa si fonda — si legge nel comunicato —. Come si conviene in uno stato di diritto, è stato dapprima verificato che il collaboratore in questione fosse effettivamente l’autore del vergognoso gesto. Appurato questo aspetto, abbiamo deciso il licenziamento immediato del collaboratore visto che questi comportamenti non sono assolutamente tollerati».
«Rammaricandoci per l’accaduto, che coinvolge un collaboratore fino a oggi irreprensibile per comportamenti e qualità del lavoro — aggiungono —, consideriamo il licenziamento come un provvedimento inevitabile vista la gravità dei fatti, dai quali ci dissociamo, auspicando di non dover più assistere ad episodi del genere».