Il super-sindaco colleziona 7 lauree
Nel Cremonese
Domenico Fazzi, 82 anni a gennaio, per 25 anni (non consecutivi) sindaco di Martignana Po (Cremona), ha appena conseguito la sua settima laurea. «Con i ventenni ci passavamo gli appunti».
MARTIGNANA PO (CREMONA) La ricetta per rimanere giovani? Studiare e collezionare lauree. Sette ne ha conseguite Domenico Fazzi, 82 anni il prossimo 26 gennaio: la prima in Giurisprudenza, dopo gli studi classici, l’ultima due giorni fa in Storia e valorizzazione dei beni culturali all’Università di Pavia, sede di Cremona. La tesi: «Giulio Cesare e l’arte del comando». Il voto: 110 e lode. In curriculum ha due lauree classiche, più altre cinque tra triennali e magistrali. Comincia a Siena, dove studia Giurisprudenza. Poi, sempre da ragazzo, è dottore in Scienze politiche. Nel luglio 2006 si iscrive a Lettere a Parma, specializzandosi in Storia delle civiltà. Sempre a Parma — luglio 2011 — studia Civiltà antiche e archeologia. Nel 2014, a Cremona, quinto titolo in Beni culturali. La sesta tesi viene discussa nel 2016 al dipartimento di Musicologia di Cremona, con la tesi «Il Casalasco e il Cremonese cittadini, due dialetti a confronto». Due giorni fa la settima laurea.
Avvocato, già dirigente di Autostrade Centro Padane, per 25 anni (non consecutivi, l’ultimo mandato dal 2006 al 2009) Fazzi è stato sindaco di Martignana Po. Archiviata l’era politica e sopraggiunta la pensione «ho fatto una riflessione sulle mie prospettive — dice —: passare le giornate al bar o portare il cagnolino ai giardinetti. Perché, dunque, non rimettermi a studiare? Mi sono iscritto all’Università di Parma, facoltà di Storia». Studente modello, Fazzi: ha sempre frequentato le lezioni. «A Parma, quando mi presentavo, i ragazzi mi guardavano strano. Qualcuno mi prendeva per il prof. E io: sono uno di voi». Aneddoti? «Un episodio accaduto alla prima lezione di letteratura latina. È entrato il professore, si è seduto alla cattedra, ha fatto una prolusione, poi mi ha visto: “Ah, ma c’è tra di noi qualcuno che non è un ragazzino”. Risposta: “Io sono uno studente”. E lui: “Vorrà dire che sarà il nostro decano”. Da lì sono diventato per tutti “il decano”». A Cremona il sette volte dottor Fazzi ha legato con i ventenni. «Ci passavamo gli appunti».
Giovedì sera il brindisi con i «colleghi di corso», la mattina «abbastanza emozionato» davanti ai professori per la tesi. «Non ero sciolto — racconta —, dopo la discussione mi è venuto in mente qualcosa che avrei potuto dire. Avevo fissato delle frasi in latino ma niente, mi è sfuggita l’occasione di riferirle. Una su tutte? “Multum cum in omnibus rebus tum in re militari potest fortuna”, come in tutte le cose, così nell’arte militare molto può la fortuna. Mi sono dimenticato, ora continuo a ripeterla».
Ottava laurea? «Se ci fosse stata la facoltà a Cremona, mi sarebbe piaciuto iscrivermi a Lettere moderne. Ho già fatto il pendolare nei quattro anni a Parma, una fatica. Ora non ce la farei più».