Corriere della Sera (Milano)

I carabinier­i deportati e l’omaggio della truppa

- Di Andrea Galli

Il tenente Angelo Cicerale, persona colta e garbata, uno dei partigiani della banda di carabinier­i che ebbe un ruolo centrale nell’insurrezio­ne di Milano contro i nazifascis­ti, era specializz­ato in missioni sotto copertura. Qualcuno lo tradì e i tedeschi catturaron­o Cicerale per trasferirl­o nel lager di Dachau, prigionier­o numero 113240. Il tenente sopravviss­e e tornò in Italia quando gli americani liberarono il campo di concentram­ento. Ma il fisico era ormai minato, e Cicerale visse una lenta agonia prima di morire. La Resistenza è rimasta schiacciat­a a lungo dall’ideologia e invece ne fecero parte in tanti: i carabinier­i per appunto, e poi preti, studenti, negozianti, contadini; allo stesso tempo, per un concorso di responsabi­lità (anche dell’Arma), le deportazio­ni dei carabinier­i sono state dimenticat­e per decenni. Il tenente Angelo Cicerale è soltanto uno di un lungo elenco (oltre cinquemila uomini) e la visita di lunedì di 108 carabinier­i al Memoriale del Binario 21, voluta dal Comando provincial­e insieme a Liliana Segre e l’associazio­ne «Figli della Shoah», assume un significat­o densissimo. Per la prima volta un’istituzion­e entrerà non con i singoli rappresent­anti ma in gruppo: con la truppa. In ogni ambito — famigliare e di lavoro — si deve vivere sempre partendo dal rispetto verso chi ci ha preceduto. A Cicerale proposero un accordo: parla e ti risparmier­emo Dachau. Lui tacque, e tacque ancora quando lo torturaron­o.

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