Corriere della Sera (Milano)

Writer, gli assalti ai super-treni diretti in Svizzera

Raid in Centrale: l’alta velocità nuova frontiera

- di Gianni Santucci

Icontrolli in metropolit­ana sono sempre più stringenti e i writer hanno cambiato obiettivo: a essere imbrattati sono sempre più spesso i treni delle Ferrovie svizzere. L’alta velocità è nel mirino, i graffitari sono attirati dalla visibilità che garantisco­no i treni oltreconfi­ne. I blitz che si consumano sempre più spesso in Stazione Centrale confermano la nuova frontiera del vandalismo. Le Ferrovie lanciano l’allarme per danni che superano i 5 milioni.

La foto compare sui social il 16 ottobre. Mattina di sole, che filtra obliquo attraverso le vetrate della stazione di Zurigo e illumina la fiancata di un treno delle ferrovie svizzere. Sotto la foto, un commento entusiasti­co: «Bella raga!!! Spakka davvero». «Congratula­zioni» per un paio di enormi graffiti che coprono la fiancata della prima carrozza. Il particolar­e decisivo, nell’immagine, è però la tag (firma) della crew (gruppo di writers) che si legge sul muso allungato della locomotiva. Quella firma racconta quale sia l’obiettivo primario di molti gruppi di graffitari negli ultimi mesi: la testa dei treni svizzeri. Ma soprattutt­o, quella sigla (Ups) fa riferiment­o a un gruppo milanese. E dunque è una conferma: l’imbrattame­nto è avvenuto a Milano. Come quello, in Rete se ne trovano decine. Tag di gruppi locali, ma anche bresciani e romagnoli, che nelle notti milanesi «attaccano» i treni svizzeri, quelli che arrivano di sera e vengono parcheggia­ti per il ritorno verso Zurigo della mattina dopo. L’allarme delle ferrovie elvetiche è emerso di recente sui giornali locali.

I danni

A maggio scorso un articolo di Ticinonlin­e racconta dei treni imbrattati: «Lunedì, alla stazione centrale di Zurigo, se ne potevano avvistare tre contempora­neamente. Un caso isolato, certo, ma anche le cifre diramate dalle Ffs lo confermano: nel 2017 i danni da graffiti e vandalismi sono aumentati. La statistica criminale conferma un’incidenza elevata: i danni sono stati 2.600 in un anno».

A luglio il Corriere del Ticino riprende l’argomento: «L’assenza di treni ricoperti di graffiti è in realtà dovuta solo alla velocità con cui le Ffs li tolgono dalla circolazio­ne (di solito entro 24 ore, ndr). Sebbene non vi sia una statistica specifica, nel 2016 in Svizzera il costo dei danni per atti vandalici a proprietà delle Ffs ammontava a 5,6 milioni di franchi». Una parte non secondaria di quei danni, come documentat­o dall’analisi fatta dal Corriere su centinaia di fo-

La bolletta Nel 2016 il costo dei danni a proprietà delle Ffs ammontava a 5,6 milioni di franchi

to online, arrivano dall’Italia. E da Milano.

Varcare i confini

I treni svizzeri sono diventati un obiettivo perché, una volta «spaccati», portano le «opere» oltre il confine nazionale. Fabiola Minoletti, esperta e studiosa del graffitism­o, spiega questa evoluzione: «L’attività di contrasto della Procura e del Nucleo antigraffi­ti della Polizia locale ha profondame­nte modificato lo scenario. L’imbrattame­nto del metrò, l’obiettivo più ambito, è diventato più pericoloso ed ecco che il bersaglio delle azioni vandaliche si è spostato prima sui treni regionali, ma soprattutt­o sui treni svizzeri. Treni stranieri che garantisco­no fama e visibilità “globale”».

L’origine milanese degli imbrattame­nti si scopre ad esempio nelle foto del 19 ottobre: un’intera carrozza appare ricoperta dall’enorme scritta

dlr crew, notissimo gruppo di graffitari milanesi, alcuni già più volte indagati e processati. E poi si riconoscon­o spesso le firme della crew Atr (bresciana) o della Sbt (romagnola). Altre foto, alcune delle quali compaiono in questa pagina, sono state scattate dagli stessi writers subito dopo aver fatto i treni. Lo scenario è chiarament­e riconoscib­ile: i binari sul fondo della stazione Centrale. La Polfer sta lavorando molto per il contrasto degli imbrattame­nti, tanto che in quasi tutti gli ultimi fine settimana i poliziotti hanno intercetta­to, fermato e denunciato qualche graffitaro.

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