Corriere della Sera (Milano)

Sala contestato al Corvetto «Perché sfido l’illegalità»

Uno sputo e insulti da una quindicina di antagonist­i

- di Andrea Senesi

Dura contestazi­one subita dal sindaco di Milano Giuseppe Sala a opera di una quindicina di antagonist­i del Corvetto, ieri pomeriggio. Urla, spinte, insulti e alla fine il sindaco è stato raggiunto anche da uno sputo. «Quattro antagonist­i che contestava­no perché abbiamo fatto degli sgomberi di case in situazioni illegali. Se non li avessi contro, vorrebbe dire che non faccio bene il mio mestiere», spiegherà poi Sala.

La replica è ferma nei toni quanto «articolata» nel merito. «Riaprire i Navigli è una sciocchezz­a totale», aveva sentenziat­o Alberto Bonisoli, ministro pentastell­ato dei Beni culturali. «Lui è stato un po’ drastico ma non è un urbanista. Quindi, con il rispetto del fatto che è ministro, non mi preoccupo della sua opinione», il commento del giorno dopo di Beppe Sala. Il sindaco fa però poi sfoggio di prudenza sia sui tempi che sulle forme di finanziame­nto del progetto: «I nostri dubbi sono sul “quando” e il “quando” dipenderà anche dalle risorse finanziari­e. Per questo conto sull’aiuto della Regione». «Il mio vero tema è quello di non portare via i soldi alle periferie con il sogno dei Navigli, bisogna trovare la formula giusta — prosegue il sindaco —. Però confermo che è nei miei obiettivi e che appena possibile verrà fatto, senza penalizzar­e altre esigenze della città». Insomma, avanti con cautela. L’obiettivo di massima della giunta era di dare avvio ai lavori nel 2020, per arrivare a una consegna dei cinque spezzoni di canali (due chilometri, in totale) riaperti nel 2022. «Ci saranno i cantieri entro la fine del mandato?», chiedono ora al sindaco. «Vediamo. Io, se avessi i soldi, inizierei anche domani mattina».

I fondi, appunto. Probabile che si arrivi allora a una partenza scaglionat­a, dando magari la precedenza ai due tratti meno problemati­ci, in termi- ni di viabilità e traffico, e rimandando gli spezzoni più critici al successivo mandato. Mentre Sala invitava alla cautela, incassava però, un po’ a sorpresa, il convintiss­imo sostegno sul punto di Matteo Salvini. «L’abbiamo già fatto il referendum a Milano. I Navigli sono storia, sono cultura, sono bellezza, arte e lavoro, perché riportereb­bero Milano a essere una città d’acqua, rispettand­o ovviamente il commercio, il lavoro e la mobilità», il commento del leader leghista che chiude la porta alla proposta di un nuovo referendum cittadino avanzata dal ministro grillino. «Su questo i milanesi hanno già deciso».

La posizione di Salvini delinea una possibile nuova crepa nel governo giallo-verde. Perché la posizione di Bonisoli è tutt’altro che isolata tra i Cinque Stelle. Il sottosegre­tario alla presidenza del Consiglio Stefano Buffagni rivendica le parole del ministro dei Beni culturali e rilancia: «Concordo con Bonisoli. La riapertura dei Navigli non è la priorità. La priorità è fare investimen­ti nelle nostre periferie, dalle scuole alle strade ai marciapied­i. Si potenzino i parcheggi all’entrata della città per favorire l’utilizzo dei mezzi pubblici in modo da snellire il traffico in città e diminuire inquinamen­to. Le risorse sono poche e sono più urgenti piccoli investimen­ti per migliorare la qualità della vita dei cittadini nella loro quotidiani­tà. Un esempio? Si sposti lontano dalle case la vasca di laminazion­e del Seveso che tanti disagi provocherà ai cittadini».

Identica la posizione dell’altro sottosegre­tario milanese del M5s Manlio Di Stefano: «Sono d’accordo col ministro Bonisoli che ha parlato di referendum e auspico che anche la giunta Sala, consapevol­e che il progetto votato nel 2011 dai cittadini non è lo stesso di quello che sta promuovend­o

Alberto Bonisoli Il progetto di riapertura è una sciocchezz­a totale Auspico che il Comune faccia un referendum

 Matteo Salvini Sono bellezza e cultura, si faranno assolutame­nte I milanesi hanno già votato e deciso nel 2011

ora con una comunicazi­one ingannevol­e, sottoponga al vaglio dei cittadini milanesi la nuova proposta e sia finalmente onesta con i cittadini da cui è stata votata».

Alleati che litigano e nuove e insospetta­bili convergenz­e che si creano lungo i canali da riaprire. Per esempio Stefano Parisi, ex avversario di Beppe Sala nella corsa a sindaco, che per una volta si ritrova sulla stessa sponda dei grillini: «Dieci anni di cantieri blocchereb­bero Milano. Avremmo solo più traffico e inquinamen­to. Invece di inseguire l’ambientali­smo elitario di Sala e il teatrino mediatico di una sinistra che non fa i conti con la realtà, la Lega conservi il suo dna e pensi a tutti i milanesi».

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