Avanti sui Navigli riaperti Ma tempi e costi in dubbio
Insulti, sputi e proteste contro gli sgomberi. Lui: «Radicalismo e illegalità vanno distinti»
Pochissimi i vigili in piazza, neanche un agente di scorta. In piazza Angilberto II la contestazione prende così la forma dell’assalto. Sono una quindicina gli antagonisti che circondano il sindaco arrivato al Corvetto per l’accensione dell’albero di Natale. Urla, slogan, spintoni, insulti. «Tornatene a casa», l’invito più gentile rivolto a Beppe Sala. Il gruppo di squatter protesta, tra la varie cose, per gli arresti di pochi giorni fa al Giambellino.
Venti minuti di follia, col sindaco insultato e con minirisse nate ai lati della piazza tra gli antagonisti e altri gruppi di cittadini. Sala cerca di reagire, poi prova a invitare gli ultrà a un dialogo. Sforzo vano. Quando decide di andarsene viene persino raggiunto da uno sputo. «Quattro antagonisti che contestavano perché abbiamo fatto degli sgomberi di case in situazioni illegali. Se non li avessi contro, vorrebbe dire che non faccio bene il mio mestiere», commenterà il sindaco due ore più tardi in Galleria, davanti al «panettone dei record». «Bisogna distinguere, ci sono centri sociali che meritano attenzione e che svolgono anche un lavoro importante in alcune zone», aggiungerà. Quanto alle periferie in ebollizione, «non c’è una bacchetta magica o una ricetta che va bene per tutto, ma c’è la volontà di andare avanti e noi insisteremo». Per il centrodestra la contestazione subita dal sindaco ha un altro significato. «Si è spezzato il filo rosso che univa Sala ai centri sociali, forse perché si aspettavano che prendesse le difese del collettivo di Giambellino», osserva il forzista Alessandro De Chirico.