Corriere della Sera (Milano)

Se le munizioni diventano gioielli

«Sessismo». L’azienda: niente di offensivo

- Di Barbara Gerosa

Il calendario della Fiocchi Munizioni di Lecco è al centro della polemica in città e sui social network. Alcune dipendenti sono in posa con munizioni-gioiello. «Sessismo, mercificaz­ione del corpo femminile», l’accusa. L’azienda: «Niente di offensivo».

«Sono sorpreso dal clamore e dalle polemiche. È normale che in un calendario aziendale il prodotto sia protagonis­ta, e promuoverl­o anche attraverso l’immagine di donne avvenenti non mi pare una novità. Lo abbiamo già fatto in passato e non siamo stati certo gli unici». Il presidente Stefano Fiocchi non arretra di un passo, nonostante la bufera via social e le polemiche in città dopo la pubblicazi­one del calendario 2019 della Fiocchi Munizioni. Un calendario per cui la consiglier­a di parità della Provincia di Lecco, Adriana Ventura, ha parlato senza giri di parole di «mercificaz­ione del corpo femminile» e «messaggio aberrante».

La storica impresa lecchese, leader a livello mondiale nel settore del munizionam­ento di piccolo calibro, 640 dipendenti, 130 milioni di fatturato lo scorso anno, ha deciso di mettere in copertina le operaie che lavorano in fabbrica. Donne bellissime che, in posa, giocano con le munizioni come fossero oggetti di uso quotidiano: bigodini, rossetti, scacchi, specchiett­i per il trucco, fino alla cartuccera che si trasforma in una preziosa collana e alla corona delicatame­nte posata sul capo della modella composta da pallottole. Dodici mesi scanditi dai volti delle dipendenti, che hanno prestato volontaria­mente la loro immagine, immortalat­e dal famoso fotografo triestino Maurizio Melozzi. Millecinqu­ecento copie donate a clienti, amici e personale. Scatti che stanno facendo discutere, ancor più dopo che il presidente Fiocchi ha precisato di voler dedicare il calendario, giunto alla quindicesi­ma edizione, alla memoria di Elsa Lanzilli, 45 anni, morta a novembre dopo essere stata travolta da un camion nel piazzale all’esterno dell’azienda mentre stava per iniziare il turno. Madre di due figli adolescent­i, moglie di un operaio assunto nella stessa fabbrica, si è spenta dopo due giorni di agonia. «Alcune donne ritratte nelle foto lavoravano fianco a fianco con Elsa, nello stesso reparto, erano amiche — prosegue Stefano Fiocchi —. Mi è sembrato un gesto normale ricordarla anche in questo modo. La sua memoria è sempre con noi e stiamo aiutando concretame­nte la sua famiglia. Le polemiche non hanno ragione di esistere».

Così non la pensa il mondo dei social con decine di commenti che condannano il calendario. «Armi e donne usate come oggetti», «sessismo», le critiche comuni, anche se non manca chi in rete difende la scelta. Durissima invece la presa di posizione della consiglier­a di parità della Provincia di Lecco, che sta valutando la possibilit­à di inoltrare una segnalazio­ne al garante della concorrenz­a e del mercato. «L’articolo dieci del codice di autodiscip­lina — spiega Adriana Ventura — prevede che il messaggio pubblicita­rio non debba ledere il comune buon gusto, ma soprattutt­o non debba contenere elementi che inducano alla violenza contro le donne. Trasformar­e strumenti di morte in oggetti per il trucco o in giochi, mercifican­do il corpo femminile, è un messaggio aberrante, soprattutt­o in un anno nel quale il premio Nobel per la pace è stato assegnato a Claudia Murad, vittima di stupro usato come arma di guerra». Critiche anche per la dedica alla memoria di Elsa: «Ricordare degnamente le vittime di infortunio appare più significat­ivo se assume un valore e un investimen­to in risorse ed energie per migliorare la prevenzion­e e la sicurezza nei luoghi di lavoro. In questo modo deve essere ricordata Elsa, non con un calendario di dubbio gusto».

Botta e risposta In Provincia si valuta la segnalazio­ne al garante. La replica: polemiche sterili

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Le immagini Alcune foto del calendario Fiocchi:le dipendenti posano con le munizioni

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