Corriere della Sera (Milano)

Trenord: scese al 2% le corse soppresse «Ma si allungano i tempi dei viaggi»

Orario invernale, il bilancio dei primi 7 giorni

- Sara Bettoni

I primi passi per recuperare affidabili­tà vanno nella giusta direzione. A scapito però delle linee considerat­e minori che sono state «traslocate» dai binari alla strada, con conseguent­i disagi. Il bilancio della settimana di debutto per l’orario invernale di Trenord registra 40 corse cancellate al giorno sul totale di 2.343 (di cui 2.204 in treno e 139 in autobus), contro la media di 120 dei mesi precedenti. La società dal 9 dicembre, contestual­mente al cambio d’orario, ha attivato un piano d’emergenza per dimezzare le soppressio­ni di corse dovute ai treni troppo vecchi, ai guasti e alla mancanza di personale. Come raggiunger­e questo obiettivo? Il servizio è stato trasferito in parte su gomma per «alleggerir­e» la rete ferroviari­a e la frequenza dei convogli è stata ridotta durante il finesettim­ana. I risultati dei primi giorni sembrano rispondere agli obiettivi prefissati. Le corse cancellate sono scese dal 5,1 a circa il 2 per cento, tenendo conto sia degli autobus sia dei treni gestiti da Trenord. Si è abbattuta anche la quota di soppressio­ni dovuta alla mancanza di convogli, ferma allo 0,4 per cento. Rimangono alcuni nodi da affrontare. La puntualità, innanzitut­to. L’ad di Trenord Marco Piuri ha più volte spiegato che il piano non farà automatica­mente arrivare in orario tutti i treni. I ritardi sono spesso dovuti al «traffico» in entrata e in uscita al nodo di Milano, su cui poco impatta il parziale trasferime­nto su bus del servizio. Qualche effetto di riflesso però si nota fin da ora. Il passante S9 Saronno-Seregno-Albairate, ad esempio, nella scorsa settimana ha visto crescere la puntualità (intesa come arrivo a destinazio­ne entro cinque minuti rispetto all’orario del tabellone) dal 50 al 90 per cento. Ovvero, se prima registrava ritardo un treno su due, ora sono affidabili nove convogli su dieci.

Eppure la vita da pendolare rimane difficile. I viaggiator­i delle tratte ora servite da bus lamentano i tempi di percorrenz­a allungati. Anche le istituzion­i sono scese in campo. Lunedì scorso 17 sindaci della Brianza si sono presentati in stazione a Seregno per chiedere un servizio ferroviari­o all’altezza delle esigenze dei

Le due facce Mancanza di vetture: i fermi calati allo 0,4% Problemi su una decina di autobus sostitutiv­i

cittadini. Degli 800 autobus circolati nella prima settimana, una decina ha creato problemi. Altri 15 sindaci della Bergamasca hanno scritto all’azienda e alla Regione per chiedere un incontro e porre l’attenzione sui disagi delle linee del proprio territorio. Ancora, martedì scorso giornata nera per i pendolari della Tirano-Colico-Lecco, con la linea chiusa diverse ore da Rete ferroviari­a italiana e la relativa sospension­e del traffico. Il freddo e la neve in arrivo potrebbero poi far sentire i loro effetti negativi sulla circolazio­ne dei prossimi giorni. Il vero cambio di passo del servizio si noterà con l’arrivo dei treni promessi da Trenitalia (ovvero Ferrovie dello Stato), socia al 50 per cento di Trenord con Fnm (quindi la Regione). Tra giugno e settembre 2019 la flotta dovrebbe poter contare su 30/40 convogli in più.

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