Le Coppe amare di Teo e Michele
Le due milanesi arrivano a Natale reduci dalle delusioni di coppa. I tifosi (e comici) Michele Mozzati per l’Inter e Teo Teocoli per il Milan raccontano delusioni e speranze.
«Per quantosso in Europa League con l’Olympiakos, il Milan al momento non va da nessuna parte». Teo Teocoli, pur avendo fatto outing da tempo sul tifo rossonero è apprezzato in maniera bipartisan dai milanesi («i milanisti mi vogliono bene per le imitazioni di Galliani e Cesare Maldini ma pure gli interisti per Peppino Prisco»). Sotto la Madonnina va in onda il kolossal «Natale fuori dalle coppe» ma il comico, amareggiato dal momento storico che sta vivendo il club, non ha il coraggio di infierire. «Se dovessi scegliere uno slogan direi piuttosto “Il Natale è passato”. Non sono arrivati regali e nemmeno arriveranno».
Un giocatore a cui ispirarsi per un’imitazione?
«Zapata: ogni tanto si sdraia sull’erba e dorme cinque minuti».
Le piace Gattuso?
«Ha detto che in Grecia il Milan ha creato otto palle gol, ma forse ha contato anche i fraseggi. Rino è troppo pessimista, piange, si butta la croce addosso. Continua a ripetere che deve imparare, ma non lo può sostenere un tecnico che siede sulla panchina così gloriosa. Gli voglio bene ma forse gli è stato assegnato un compito troppo grande. Posso dirlo? Io vorrei Conte».
Higuain l’ha delusa?
«Leggo che il suo riscatto è in dubbio. Non trattenere il Pipita sarebbe
una stupidaggine pazzesca. È uno dei pochi campioni in rosa, perché gli altri sono solo buoni giocatori». Sperava nell’arrivo gennaio di Ibrahimovic?
«Mah, non ci ho mai fatto troppo affidamento. Ibra è uno zingaro, va dove lo portano il cuore e soprattutto il portafogli. Mi auguro che non ritorni Pato, sarebbe una minestra riscaldata. Con Zlatan ci saremmo qualificati sicuramente alla Champions».
Come vede il futuro?
«Non si può arrivare ogni anno a 20 punti. Le grandi città devono avere grandi squadre che generano indotto, richiamando gente e interessi. Elliott ha preso il Milan per rilanciarlo e poi rivenderlo, guadagnandoci sopra. Se ci molla siamo punto e a capo».
Quindi?
«Ci vorrebbe un altro Berlusconi. Io ho avuto due Milan nel cuore: quello di Rivera e quello del Cavaliere. Milano ha bisogno di gente che spende». Non le sembra di essere troppo sfiduciato?
«Non vedo la luce in fondo al tunnel: bisogna rifondare la squadra con un paio di campioni e tanti giovani. Piuttosto mi chiedo: anche qualora si arrivasse in Champions, poi c’è un programma di rilancio?».