Navigli e trasporti, doppio fronte
Il sindaco: senza fondi priorità alle periferie. Sgambetto sui ticket integrati, a rischio la manovra dei rincari Atm La Regione boccia l’emendamento per finanziare la riapertura. Sala: ne parlerò con Fontana
Doppio sgarbo della Regione al Comune. Ritirato il documento che doveva dare il via libera all’integrazione tariffaria del trasporto pubblico locale, condizione necessaria all’aumento del biglietto Atm che Palazzo Marino vorrebbe far scattare ad aprile; bocciato anche l’emendamento al bilancio che avrebbe destinato 50 milioni di euro al progetto Navigli.
Niente soldi della Regione per riaprire i Navigli. Nonostante le parole del leader leghista Matteo Salvini, che non più tardi di domenica scorsa aveva benedetto il sogno dei canali scoperchiati, la maggioranza di centrodestra della Regione a guida leghista ha bocciato ieri mattina un emendamento al bilancio, a firma del consigliere di + Europa Michele Usuelli, che chiedeva di destinare 50 milioni di euro alle spese di progettazione dell’opera e ai primi cantieri. Un terzo del budget totale previsto per l’operazione Navigli, in pratica. Proposta bocciata a larga maggioranza: a favore solo i gruppi del centrosinistra, contrari tutti gli altri, dalla Lega appunto, fino a Forza Italia passando per il Movimento Cinque Stelle.
Un segnale chiaro: nessuno vuole investire soldi propri nei Navigli. Un bel sogno, da realizzare però coi quattrini degli altri. Il sindaco Beppe Sala apprende della bocciatura del Pirellone quasi in diretta e sbotta davanti ai cronisti: «Non è una bella notizia. Lo ripeto, io voglio andare avanti ma lo voglio fare con buon senso e contavo molto sull’aiuto della Regione».
La sensazione è che i Navigli siano una delle priorità ma non la priorità. Sala lo dice ormai chiaramente: prima le periferie. Che fare?, chiedono infatti al sindaco. «Vediamo, ne parlerò col governatore Attilio Fontana. Stiamo già chiedendo fondi europei, ho parlato anche con la commissaria che si occupa di questi possibili finanziamenti, ma non è facile. Senza qualche contributo, che possa essere della Regione, del governo o dell’Europa, dovremmo sacrificare qualcosa che io non voglio
Il sindaco Senza aiuti da Regione, governo o Ue dovremmo sacrificare i quartieri E non lo faremo
sacrificare, come ad esempio i fondi per le periferie, che sono la priorità è che vengono prima». «Noi cercheremo comunque di trovare ancora possibilità di dialogo, alla ricerca di fondi — conclude il sindaco — perché io invece sono convinto che abbia molto senso il progetto dei Navigli per Milano».
Il resto è polemica politica. Con la Lega che attraverso il capogruppo Gianmarco Senna giura di aver affossato l’emendamento dei Radicali solo perché sarebbe servito a finanziare «il progetto portato avanti dalla giunta Sala, che per noi è limitato e inaccetta-
bile perché tradisce la volontà di mezzo milione di milanesi che nel 2011 votarono per la graduale riapertura del sistema Navigli e non certo per le cinque piscinette di Sala, buone solo per mettere a bagno le paperelle di gomma».
Replica affidata all’estensore dell’emendamento bocciato: «Non capisco perché non abbiano chiesto loro uno stanziamento consono alla riapertura del tratta completa. Se avessi saputo che queste sarebbero state le obiezioni avrei chiesto 400 milioni», commenta Michele Usuelli. Per i consiglieri comunali del M5S «la bocciatura dell’emendamento per lo stanziamento dei fondi per la riapertura dei Navigli in Consiglio regionale «non fa invece che confermare quanto sosteniamo da tempo e con forza: questo progetto, oltre a non piacere a nessuno, non apporta reale valore aggiunto alla città». Fabio Pizzul del Pd punta il dito contro le incongruenze del centrodestra: «La maggioranza di centrodestra in Regione ha dato uno schiaffo alla città di Milano, ma soprattutto ha smentito platealmente Salvini».