Manager sanità Fuori chi fallisce gli obiettivi
Il centrista «ribelle»
Taglio delle liste d’attesa, integrazione tra ospedale e territorio. Sono gli obiettivi che dovranno rispettare i manager della sanità appena scelti dalla Regione. Il rischio per chi non raggiunge le tappe prefissate è di tornare a casa anzitempo. Previste verifiche annuali dei risultati e una revisione al secondo e terzo anno di mandato.
«Per me dovrebbe essere già fuori». Il consigliere leghista preferisce non uscire allo scoperto, ma come lui sono in tanti, nel gruppo consiliare, a ritenere che l’assessore Raffaele Cattaneo debba uscire dalla giunta regionale. Tra leghisti che siedono al Pirellone figurano diversi ex sindaci che rievocano situazioni analoghe nelle loro rispettive giunte, e il giorno dopo il no di Cattaneo alla delibera sulle nomine della Sanità, dicono: «Un assessore che vota contro il suo presidente deve dimettersi o essere accompagnato alla porta». Cattaneo, al quale riconoscono di essersi esposto a viso aperto, «avrebbe dovuto evitare un’opposizione frontale». Nessun commento da Palazzo Lombardia, anche se nell’entourage del presidente Attilio Fontana c’è chi cerca di raffreddare la questione ed esclude che l’esecutivo regionale sia attraversato da tensioni o in procinto di rimpasti. Un assessore di Forza Italia (anche lui anonimo) dice: «Abbiamo da poco costituito un intergruppo
In giunta insieme a Energie per l’Italia, Noi con l’Italia e Viviana Beccalossi del gruppo Misto, forse con queste nomine i leghisti hanno voluto mandare un segnale di forza, e anche sollevando il caso Cattaneo vogliono sottolineare che sono loro a comandare». Diversi nel centrodestra extra-Lega lamentano un’esuberanza egemonica del Carroccio «Il dispiacere non è per la poltrona mancante — spiega Luca Del Gobbo, di Noi per l’Italia come Raffaele Cattaneo — ma perché viene messa in discussione la collegialità che caratterizza il centrodestra lombardo, che a sua volta è un modello a livello nazionale». Il diretto interessato, Raffaele Cattaneo, affida alla sua pagina Facebook la sua lettura del caso che lui stesso ha sollevato: «Le nostre istanze non sono state tenute in alcuna considerazione», dice a proposito delle nomine per le aziende sanitarie. E poi: «Siamo una componente meno numerosa che in passato, ma che ritiene di dover essere considerata in forza della propria dignità politica, proprio in quanto parte di una coalizione a cui vogliamo dare un contributo».