Corriere della Sera (Milano)

Metrò, sassate ai treni Venti minuti di paura

Finestrini in frantumi sulla verde

- Di Gianni Santucci 9

Il raid vandalico è durato meno di venti minuti. Obiettivo: sei treni della metropolit­ana verde oggetto di sassaiole poco prima di giungere alla fermata di Crescenzag­o. Alle 19,15 un primo colpo contro una porta, poi un finestrino va in frantumi. Per fortuna il vetro rinforzato non si stacca dal telaio, ma la paura a bordo è grande: chi urla, chi si ripara, chi tenta di spostarsi velocement­e. E così per gli altri convogli che sopraggiun­gono. La polizia ha trovato altri sassi vicino ai binari. I treni dovranno essere riparati e oggi non saranno in funzione, causando una carenza di mezzi sulla linea.

Il primo colpo rimbomba su una porta. Un pezzo di vetro si spacca. Qualche passeggero urla, si ripara, cerca di spostarsi. Il treno corre. Passa una frazione di secondo: un altro colpo, qualche vettura più in là, stavolta frantuma un finestrino, ma il vetro anti sfondament­o rimane attaccato ai montanti. È l’ora di punta ed è carico di persone il treno della linea «verde» del metrò che finisce sotto una sassaiola poco prima di arrivare alla fermata «Crescenzag­o». Sono le 19.15 di ieri. Ed è l’inizio di un violentiss­imo raid vandalico che in meno di venti minuti si scatena contro sei treni. Tutti vengono portati in deposito per le verifiche. Quelli danneggiat­i sono cinque: andranno riparati e oggi non potranno viaggiare, ci sarà dunque anche qualche problema di servizio per carenza di mezzi sulla linea 2.

L’attacco

Vandali. Probabilme­nte un gruppo. S’erano preparati, tra il parcheggio e il parco in fondo a via Narni, zona Crescenzag­o, dove i treni del metrò viaggiano all’aperto, sui binari stretti tra la via Palmanova e una lunga fascia che alterna giardinett­i, parchi, qualche palazzo, una farmacia. La zona dell’attacco è stata quella, ricostruit­a sia attraverso le testimonia­nze di passeggeri e macchinist­i, sia perché in serata la polizia ha trovato altri sassi sistemati su un carrello da cantiere proprio vicino alla linea.

Sono (con tutta probabilit­à) identici a quelli lanciati contro i treni: sassi di una misura analoga a quella di una palla da tennis, con il peso necessario per spaccare i finestrini rinforzati dei treni della metropolit­ana (colpiti anche un «Leonardo» e un «Meneghino»), ma non sufficient­e per sfondare del tutto i vetri. Se le pietre fossero piombate all’interno dei vagoni pieni, le conseguenz­e sarebbero state molto più gravi. E invece non c’è stato alcun ferito.

La sequenza

Il raid era organizzat­o e il gruppo di vandali aveva preparato molte «munizioni». In pratica, nell’arco di meno di venti minuti, hanno attaccato tutti i treni di passaggio. Su un paio sono stati danneggiat­i i vetri delle porte, su un altro paio i finestrini, altri sassi hanno comunque colpito i convogli ma sulle fiancate d’acciaio e non sui vetri. Un altro treno è rientrato in deposito con i segni dei colpi solo sul ferro, ma questa mattina potrà viaggiare.

L’agguato più grave è stato quello contro il «terzo» dei treni attaccati: in questo caso chi ha lanciato il sasso non l’ha fatto alla cieca contro i vagoni, ma s’è avvicinato di più ai binari e l’ha scagliato contro il macchinist­a. La pietra ha profondame­nte incrinato il parabrezza. La centrale dell’Atm ha avvertito le forze dell’ordine, ma a quel punto il gruppo era già scomparso, lasciandos­i dietro un paio di grossi massi.

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I danni I vetri spaccati e le pietre ritrovate a Crescenzag­o

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