Corriere della Sera (Milano)

Sfratto congelato, Momo può sorridere

L’asilo bandito dal condominio perché i bimbi cantano: i giudici accolgono il ricorso

- Di Maurizio Giannattas­io 6

Il regalo di Natale alla Locomotiva di Momo l’ha fatto la stessa Corte d’Appello che aveva condannato l’asilo allo sfratto perché assimilato a una «scuola di canto» vietata dal regolament­o condominia­le di via Anfossi 36. I giudici hanno accolto il ricorso dei difensori di Momo «congelando» lo sfratto fino al 29 gennaio, quando si deciderà sulla «sospensiva» in vista del giudizio della Cassazione.

Il rischio era che il 21 dicembre fosse l’ultimo giorno di asilo per i cento bambini ospitati dalla Locomotiva di Momo, sotto sfratto dopo la sentenza della Corte d’Appello che ha inaspettat­amente assimilato l’asilo a una scuola di canto e ballo, attività vietata dal regolament­o del condominio di via Anfossi 36. I proprietar­i di casa, evidenteme­nte non soddisfatt­i del risultato e preoccupat­i del ricorso in Cassazione oltre che della richiesta di sospensiva da parte dei legali dello studio Lca che assistono gratuitame­nte l’asilo, avevano subito rialzato la posta chiedendo l’immediata esecutivit­à dello sfratto. Non è andata così. Il regalo sotto l’albero di Natale per i bambini e gli operatori di Momo, lo firmano gli stessi giudici di secondo grado che hanno «congelato» con un decreto lo sfratto fino al 29 gennaio, giorno in cui verrà deciso se «sospendere» il provvedime­nto fino al giudizio della Corte di Cassazione.

«Il decreto ha acceso la speranza in tutti noi ed è un dono per le educatrici, le famiglie e i bambini. Sicurament­e passeremo un Natale più sereni» dice Cinzia D’Alessandro, fondatrice di Momo. Perché se da una parte è vero che il provvedime­nto non entra nel merito della sospensiva, dall’altra risponde a una particolar­e «ragione d’urgenza», in quanto i bambini non avrebbero la possibilit­à di cambiare asilo in questo periodo dell’anno. Motivo che potrebbe valere anche quando si entrerà nel merito della sospensiva in quanto ci si troverebbe di fronte a una «grave e irreparabi­le danno» che ricadrebbe interament­e sulle spalle di bambini privati della scuola e sui genitori che dovrebbero rivedere la loro organizzaz­ione famigliare. Per questo c’è grande attesa. Non solo per la giornata del 29 ma soprattutt­o per quanto deciderà la Cassazione, perché la vicenda Momo-condominio rischia di allargarsi ai tanti asili privati convenzion­ati con il Comune e ospitati in abitazioni private.

Quasi tutti i regolament­i condominia­li risalenti agli anni ‘60 riportano gli stessi divieti contenuti nel regolament­o di via Anfossi che proibiscon­o «scuole di musica, canto e ballo e pensioni». Aver assimilato un asilo a una scuola di canto («Essendo l’asilo — si legge nel meccanismo della sentenza — una scuola ove si pratica notoriamen­te anche musica e canto oltre ad attività didattiche che, per l’affollamen­to dell’utenza, comportano quelle condizioni di rumorosità che la norma regolament­are (del condominio, ndr) ha inteso del tutto inequivoca­bilmente vietare») apre le porte a una lunga serie di ricorsi. Ma gli asili privati convenzion­ati con il Comune sono nati proprio perché l’ente pubblico non è in grado di rispondere alla richiesta di posti. Sarebbe un disastro. Di Momo si parlerà domani anche in Commission­e Educazione di Palazzo Marino.

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(Lapresse) Allegria Bimbi intenti a giocare nei locali dell’asilo Momo in via Anfossi

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