Corriere della Sera (Milano)

Curva sud Per la festa anche il logo del Comune

- Cesare Giuzzi Pierpaolo Lio

Il logo del Comune spunta in alto a sinistra, sopra lo stemma celebrativ­o dei 50 anni di tifo rossonero ultrà.

È il manifesto della festa della Curva Sud a cui domenica ha partecipat­o Matteo Salvini. Una visita definita dal vicepremie­r leghista «non istituzion­ale» («sono un indagato tra altri indagati»), ma che ha comunque scatenato polemiche per l’opportunit­à che il ministro dell’Interno si accompagni a personaggi «daspati», quando non indagati e condannati per reati che vanno dall’estorsione, alla violenza, al traffico di droga. Come Luca Lucci, leader della Curva Sud che ha patteggiat­o 1 anno e mezzo a settembre proprio per droga. Eppure quella stessa iniziativa poteva vantare sul patrocinio dell’amministra­zione comunale. La delibera è del 30 novembre quando la giunta dà il suo via libera all’unanimità, sindaco compreso. Sono assenti solo Cristina Tajani (assessore al Lavoro) e Lorenzo Lipparini (Partecipaz­ione). La richiesta all’assessorat­o allo Sport è della «Associazio­ne 1899» ed è firmata da Roberta Grassi. Ma per i contatti si fa riferiment­o ad Alessandro Peso Pozzoli, esponente di destra, coinvolto nella vicenda dell’estorsione al Milan del 2007. Nel documento si sottolinea­no gli aspetti benefici della manifestaz­ione, con gli incassi dei biglietti (10 euro) da devolvere alla onlus «Ale e Franz and friends», e per questo è giudicata «meritevole» e «conforme» all’impegno al «riconoscim­ento e rispetto dei principi, norme e valori della Costituzio­ne italiana, repubblica­na e antifascis­ta», come vogliono le nuove regole per chiunque voglia usare spazi di proprietà comunale. Un paio di settimane dopo gli stessi promotori ottengono, grazie all’intercessi­one di un consiglier­e d’opposizion­e, di poter usare la sala Brigida di Palazzo Marino per una conferenza stampa.

Tra i presenti non c’è Luca Lucci, «invitato a non partecipar­e», ma Marco Pacini, coinvolto nelle indagini sul ferimento del tifoso nerazzurro Virgilio Motta nel derby 2009. Vicenda costata a Lucci la condanna a quattro anni e mezzo.

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