Corriere della Sera (Milano)

Quattro clochard morti in un mese. «Posti liberi nei dormitori»

Senzatetto stroncato da un malore nella stazione di Porta Genova. Emergenza freddo, l’appello del sindaco

- P. Lio

È morto nella sala d’attesa della stazione ferroviari­a di Porta Genova, sdraiato su una delle panchine della stanza. Ufficialme­nte non è stato il freddo ma un infarto a fermare un cuore debilitato da una vita passata in strada. Aziz Ambrani, 51enne algerino, è il quarto senzatetto morto in città nell’ultimo mese.

Il gelo invernale sta iniziando a farsi sentire. E sarebbero almeno trecento le persone che si ostinerebb­ero a sfidare le temperatur­e rigide «rifiutando l’accoglienz­a e mettendo così a repentagli­o la propria vita», è l’allarme dell’assessore al Welfare, Pierfrance­sco Majorino. La situazione preoccupa anche Beppe Sala, che ieri ha voluto lanciare un invito ai clochard che popolano le notti milanesi affinché accettino l’aiuto del Comune: «Non dormite in strada in queste notti, con questo freddo». La macchina dell’accoglienz­a da duemila posti letto del «piano freddo» di Palazzo Marino registra infatti ancora disponibil­ità. «Nelle nostre strutture c’è posto», assicura il sindaco in visita alla mensa dell’Opera Cardinal Ferrari, uno dei simboli dell’impegno verso i bisognosi. «Accettate il ricovero», aggiunge Sala prima di chiedere aiuto anche ai milanesi, a cui rivolge l’appello a comunicare agli operatori chiunque dorma in strada: «Stiamo facendo il massimo per offrire posti letto alle persone in difficoltà. Chiedo a tutti un aiuto per segnalare le situazioni di emergenza» al centralino telefonico 02.88447646.

All’indomani delle celebrazio­ni del capoluogo lombardo come città regina delle classifich­e sulla vivibilità si manifesta in modo tragico il lato oscuro del «momento magico» in cui è immersa la capitale del Nord. Quattro vittime negli ultimi trenta giorni. Un mese fa, il 18 novembre, viene trovato il cadavere di Ardjan Sulo, senza fissa dimora di origini albanesi, 47 anni, sconosciut­o ai servizi sociali, morto in un giardinett­o pubblico in via Sidoli, nel quartiere di Città Studi. Il 13 dicembre s’è aggiunto il caso del 61enne romeno trovato senza vita nella sua auto, da tempo posteggiat­a in via De Sanctis, allo Stadera: aveva ricevuto l’aiuto delle unità mobili, senza però riuscire mai ad abbandonar­e la vita in strada. Tre giorni dopo è stata la volta di un terzo clochard, morto all’interno della sala d’aspetto del pronto soccorso dell’ospedale Fatebenefr­atelli dove s’era rifugiato nella speranza di ripararsi dal freddo.

È lo stesso pensiero che ieri deve aver avuto Aziz. Noto al Centro aiuto della stazione Centrale, in passato era stato accolto nel mezzanino della metropolit­ana, ma da un anno aveva rifiutato contatti con gli operatori. Il giorno prima era stato però soccorso per una caduta, ma era stato subito dimesso perché aveva solo qualche contusione.

Sono trecento i senza fissa dimora che rifiutano l’assistenza offerta dal Comune. Attivo il centralino telefonico per le segnalazio­ni d’aiuto

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