Così il Codex racconta Milano
L’Ambrosiana celebra il genio di Leonardo da Vinci con quattro mostre Al via oggi la prima con 23 fogli dell’«Atlantico», anche dedicati alla città
Ai 500 anni dalla morte di Leonardo, l’Ambrosiana si accosta con il passo lento e sicuro dell’istituzione secolare: niente eccessi — anche perché non ha spazio adatto per «grandi mostre» — e avanti con il materiale di casa, che è poi il Codice Atlantico. Disponendo della sola Sala Federiciana e di qualche teca tra i dipinti per collocare materiale espositivo, prefetto e vice prefetto, monsignori Marco Ballarini e Marco Navoni, hanno deciso di celebrare Leonardo con quattro rassegne. Le prime due, intitolate «I segreti del Codice Atlantico, Leonardo all’Ambrosiana» (da oggi al 16 giugno), sono a cura del Collegio dei Dottori della Veneranda Biblioteca e presentano ciascuna 23 fogli del Codice Atlantico, che di fogli ne ha 1119. Seguiranno due mostre più tematiche, ma sempre con materiale domestico: «Leonardo in Francia. Disegni di epoca francese dal Codice Atlantico» a cura di Pietro Marani e «Leonardo e il suo lascito: gli artisti e le tecniche» a cura di Benedetta Spadaccini.
I 46 fogli delle prime due mostre, tra i più artisticamente efficaci, sono già stati visti in alcune delle 24 mostre sul Codice Atlantico svoltesi dal 2009, quando il Codice è stato sfascicolato per renderlo più accessibile. Per un catalogo si può far riferimento a quello edito a cura di Navoni nel 2012 («Leonardo da Vinci e i segreti del Codice Atlantico»). La centralità della prima mostra è su Milano: c’è la doppia pianta della città, il disegno del tiburio del Duomo per il quale Leonardo avanzò una proposta, il disegno acquarellato del Naviglio di San Cristoforo e lo schizzo del cavallo per Francesco Sforza. Quindi armi, sia balestre che la bombarda, un paio di disegni sul volo e la cosiddetta «automobile», il carrello semovente. Unico prestito: un ritratto del conte Galeazzo Arconati che nel 1637 donò il Codice Atlantico all’Ambrosiana. Per la seconda mostra saranno esposti fogli di congegni e macchine idrauliche.
Per le esposizioni in occasione dell’anniversario, l’Ambrosiana sta prestando — con attenzione — rari fogli del Codice (in Francia, agli Uffizi e alle Scuderie del Quirinale) e qualche stampa (due di Melzi sono ora alla Fondazione Pedretti di Vinci). La limitatezza di spazi e l’orientamento assunto non hanno favorito esposizioni più specifiche, come potevano essere la storia del Codice Atlantico — con materiale relativo a Francesco Melzi, Pompeo Leoni, Galeazzo Arconati e Antonio Canova, che lo riportò da Parigi a Milano — oppure una sulle carte del segretario di Brera Giuseppe Bossi, in gran parte dedicate al Cenacolo. O, ancora, sulla prima fortuna di Leonardo all’Ambrosiana partendo dalla biografia scritta da Carlo Amoretti su ricerche di Pietro Mazzucchelli, entrambi dell’Ambrosiana.
In questa occasione l’Ambrosiana ha rinnovato il sito internet, curato da monsignor Francesco Braschi, diviso in quattro macrosettori: visita, scopri, partecipa, studia. La fermata della metropolitana Cordusio diventerà, invece, Cordusio-Biblioteca Ambrosiana per favorire la riconoscibilità dell’istituzione.