La Verdi Barocca dà voce al Messiah
Se la Nona di Beethoven a San Silvestro e a Capodanno fa ormai parte a tutti gli effetti dei riti sacri della Milano musicale (come del resto accade con le Passioni di Bach nella Settimana Santa), c’è un’altra meritevole tradizione che la Verdi ha radicato in città: proporre prima di Natale uno dei più famosi oratori di tutto il barocco, il «Messiah» di Handel, noto soprattutto per il glorioso «Hallelujah» che accompagna la Resurrezione, ma che nella prima parte evoca la nascita del Bambino («For unto us a child is born» e la tenera Pastorale) e scolpisce con luminosi corali il canto degli angeli che sollecitano i pastori a recarsi alla grotta. Non c’è scena, ma la potenza della musica handeliana dà alla narrazione evangelica una trascinante potenza icastica. A esaltare dal podio queste caratteristiche, stasera in Auditorium (l.go Mahler, ore 20.30, € 36-16, tel. 02.83.38.94.01) e domani in una replica quasi integrale (verranno proposte le parti più popolari e significative) in Duomo (ore 19.30, ingresso libero dalle 18.45 fino a esaurimento posti), sarà Ruben Jais, profondo conoscitore e fine interprete del repertorio di inizio Settecento. Guiderà il coro e l’orchestra della Verdi Barocca, da lui stesso fondata e con cui ha affrontato i grandi capolavori sacri di Bach, dalle Passioni agli Oratori di Natale e Pasqua.