AUTOGOL «PUNIRE» LO SHARING
Partiamo da una domanda: perché mai un ecobonus che di fatto si presenta come un incentivo all’innovazione dovrebbe escludere il carsharing, cioè una delle indiscusse innovazioni sociali nel campo della mobilità? È difficile immaginare qualcosa di più «green» di un mezzo condiviso ed elettrico. È noto che le auto restino parcheggiate in media il 90 per cento del tempo. Un mezzo condiviso risolve, grazie alla tecnologia, questa assurdità. La scelta del governo Conte-Di MaioSalvini (sperando che non sia il frutto di qualche manina) appare dunque incomprensibile. A meno di non pensare a un doppio intento punitivo. Il primo, grave, nei confronti delle aziende che gestiscono i servizi. Non sarebbe la prima volta che emerge l’anima antiliberista di questo esecutivo soprattutto da parte delle forze a 5 Stelle: ma non è colpendo chi ha voglia di fare che si potrà trovare un correttivo agli squilibri sociali. Tuttavia il secondo intento punitivo, su cui un sospetto è perlomeno legittimo, sarebbe ancora più grave: si voleva per colpire Milano, capitale del car sharing e fiore all’occhiello di un’amministrazione di centrosinistra? Milano in questo momento è il più riuscito laboratorio socioeconomico di città del futuro. Ma senza nulla togliere all’attuale amministrazione va ricordato che quello che vediamo oggi è il risultato di quanto fatto da sindaci con casacche molto diverse, almeno da Albertini in poi. Non basta come prova di cosa vuole dire pensare al futuro? Lavoriamo al rialzo, non al ribasso.