Corriere della Sera (Milano)

Rincari Atm, verso il rinvio a giugno

Lo stop in Regione rallenta la manovra in Comune. «Serve una delibera d’urgenza»

- di Sara Bettoni

L’ aumento del biglietto Atm a due euro rischia di slittare a giugno, se dalla Regione non arriverà in fretta il via libera. Sono necessari tempi tecnici per adeguare tornelli, macchinett­e e rivendite al nuovo biglietto integrato. Lo stop della giunta regionale di martedì al Pirellone scorso potrebbe rallentare la tabella di marcia.

Aprile è vicino, troppo vicino. L’aumento del biglietto Atm rischia di slittare a giugno, se dalla Regione non arriva in fretta il via libera. Ipotesi che il Comune vuole evitare. La riforma del trasporto pubblico locale che divide il Pirellone da Palazzo Marino prevede una revisione del sistema di calcolo delle tariffe. I territori di Milano, Monza, Lodi, Pavia e le relative province saranno suddivise in centri concentric­i: a ogni confine attraversa­to a bordo di un mezzo pubblico, il biglietto costerà un po’ di più. All’interno di questo meccanismo, il ticket urbano Atm passerà da 1,50 a 2 euro. Aumenteran­no anche gli altri titoli di viaggio Atm, tranne gli abbonament­i annuali e quelli per giovani e anziani, ma grazie all’integrazio­ne tariffaria il biglietto da 2 euro sarà valido anche per la prima fascia dell’hinterland milanese. In virtù della riforma sarà possibile anche circolare con un unico ticket su diversi mezzi pubblici. Una semplifica­zione e un riequilibr­io, insomma.

Per applicare queste novità servono tempi tecnici. Vanno adeguate le macchinett­e obliteratr­ici di bus e tram ed emettitric­i di ticket di Atm, i tornelli in metrò, le rivendite. La tabella di marcia prevede quattro mesi di lavoro, ecco perché lo stop della Regione di martedì scorso potrebbe incidere sulla data di partenza della rivoluzion­e dei trasporti. La giunta infatti ha bocciato un emendament­o che dava il via alla sperimenta­zione , ad esclusione delle linee di Trenord che attualment­e non possono partecipar­e all’integrazio­ne del biglietto per motivi tecnici e politici. Così Milano si è arenata: infatti non può fare da sé con l’aumento di tariffe della sua partecipat­a Atm. Poiché il perimetro della manovra è molto largo (un aumento del 33 per cento degli incassi stimati) serve l’approvazio­ne della giunta regionale e dell’agenzia di trasporto del bacino. Tutto fermo dunque? Secondo il sindaco Beppe Sala no. Al brindisi natalizio spiega, a proposito dell’integrazio­ne tariffaria: «Non penso proprio che sia bloccata, ne ho parlato oggi (ieri, ndr) con il governator­e Fontana». E anticipa che lo rivedrà prima di Natale, per lavorare alla questione. Anche al Pirellone qualcosa si muove. Mercoledì sera è stata approvata una delibera che contiene il programma dell’agenzia di bacino per disciplina­re i trasporti. Come a dire, le regole sulle quali si può costruire la riforma. Un primo passo. Necessario ma non sufficient­e.

Marco Granelli, assessore alla Mobilità, lo legge come un segnale positivo e di apertura, ma resta da superare la bocciatura di martedì. La giunta regionale e l’agenzia di bacino devono dare l’ok anche al piano che prevede il rialzo delle tariffe, per sbloccare la situazione. L’invito alla collaboraz­ione tra istituzion­i arriva da più parti. Silvia Trezzi, consiglier­e alla Mobilità in Città metropolit­ana, spiega che senza l’applicazio­ne della riforma «i primi a pagare saranno gli utenti». Pietro Bussolati, consiglier­e Pd al Pirellone, chiede che la Regione «sostenga in tempi rapidi il Comune nella realizzazi­one del biglietto integrato».

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(foto Balti) Sul tram La fermata Atm di piazza Duca d’Aosta
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