Dalle Pink Panthers alle violenze sessuali Quegli agenti-scienziati che inseguono il Dna
Nell’immediatezza di un fatto criminale (e anche dopo), sono uno dei reparti che meno si aprono con i giornalisti. Dalla loro parte, le squadre della Scientifica — di solito operano in batteria quattro o cinque agenti — hanno una differente concezione oraria, perché la velocità dell’apprendimento di una notizia è antitetica al metodo di lavoro, e infatti sulla scena del crimine la Scientifica resta a oltranza, in solitaria, quando i colleghi se ne sono andati da un pezzo insieme alla stampa e pure ai curiosi. Il che non significa prendersela comoda.
Cuscini e occhiali
Le fonti del Dna hanno una variegata gamma di potenziale ritrovamento, ma sono soggette a un lungo elenco di «agenti degradanti». Come racconta al Corriere un esperto della Scientifica, il Dna può comparire sotto traccia ovviamente di sangue, il caso più noto ma non il più frequente, e poi anche sotto forma di sudore in cappelli, calze e bandane, di saliva su francobolli, bottiglie, bicchieri e cuscini, di cellule epiteliali sulle stecche poggia-orecchi degli occhiali e sulle superfici laterali di corde e nodi, di liquido seminale su indumenti, lenzuola e asciugamani. È stato tradito dal sangue il serbo Danilo Vucinic, uno della banda di «Pink Panthers» dell’assalto alla gioielleria «Paradiso Luxury» di via Pontaccio e arrestato a novembre dalla squadra Mobile: piccole gocce ematiche rimaste su un muro del negozio. Il romeno Sergio Valerian Iepure, ugualmente scovato dalla Mobile, aveva invece «abbandonato» tracce biologiche sui vestiti di una delle vittime, la 70enne stuprata a settembre nella sua casa della periferia Nord.
La specializzazione le impronte, poiché il terreno solcato, variabile a seconda anche delle condizioni meteo, potrebbe non registrare il «marchio» di una suola.
L’influenza dell’aria
In una traccia non esiste «staticità». Fuoriuscito dal corpo, il sangue entra in processi di coagulazione ed essicazione. Ad esempio ci sono minuscole macchie ematiche che, in assenza di modifiche di temperatura e umidità, si asciugano in pochi minuti a differenza di macchie più grandi,
anche se in entrambe le circostanze potrebbe risultare determinante l’eventuale ricircolo dell’aria nell’ambiente. A fronte di tali (e pericolosi) avversari, la Scientifica si protegge con un equipaggiamento che prevede tuta, calzari, mascherina e guanti. Anzi, è consigliato l’uso di due guanti poiché il primo, a contatto con un corpo contundente, potrebbe rompersi e introdurre sulla scena del crimine la mano nuda del poliziotto. Il quale potrebbe ferirsi ma soprattutto contaminare la scena e rovinare un’indagine. Prima del laboratorio — perfino del miglior laboratorio al mondo — serve la qualità del lavoro sul campo: la bravura umana, e a volte anche la fortuna, prima dell’aiuto della tecnologia.