Corriere della Sera (Milano)

Donne e passione con Laura Curino

- Livia Grossi

«Porto in scena il significat­o della parola “passione” nelle varie declinazio­ni, dalla smania per il cioccolato all’eros, dalla dedizione al lavoro a quella per il proprio credo religioso». Laura Curino è al Teatro Pime con il suo monologo, scritto a sei mani con Gabriele Vacis e Roberto Tarasco (ore 21, via Mosè Bianchi 94, 18 euro). «Nel 1966 mio padre ci disse che dal centro di Torino ci saremmo trasferiti a Settimo Torinese, nel nulla più assoluto», dice la protagonis­ta, «avevo 10 anni e ricordo bene che in quel luogo ho pensato che ero finita. Volevo girare il mondo, fare la giornalist­a oppure l’attrice, l’unico piano di fuga che mi è riuscito è stato il teatro». In scena dunque tra i vari significat­i di «passione», anche i diversi modi di raccontare la realtà e il sentire, un viaggio tra luoghi e personaggi. «Il primo è una ragazzina al suo primo giorno in un teatro». Al suo fianco un vortice di figure femminili ispirate a incontri reali: dalla vecchia balia che si sono dimenticat­i di licenziare, alla segretaria di un’importante azienda, poi c’è Cristina innamorata di tutti i corsi possibili, e anche l’attivista di partito che i compagni utilizzano come angelo del ciclostile. Uno spettacolo dal ritmo serrato, dove la musica disegna ogni paesaggio. «Vorrei che il pubblico si portasse a casa una bella dose per accendere la miccia della passione».

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Monologo L’attrice Laura Curino

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