Corriere della Sera (Milano)

L’ottobre d’oro del turismo: +25% Picco di americani

Nei mesi estivi crescono famiglie e giovani

- di Maurizio Giannattas­io

Sembra il grafico delle entrate di zio Paperone. La linea rossa che schizza in alto con un balzo di oltre il 25 per cento rispetto all’anno scorso. Gli stessi amministra­tori in preda a un attimo di smarriment­o. Milano, città turistica. Quello che per anni è stato soltanto un auspicio o un pio desiderio si è trasformat­o in un trend in costante aumento. A ottobre sono arrivate in città 745.449 persone contro le 595.013 dell’ottobre scorso.

Sembra il grafico delle entrate di zio Paperone. La linea rossa che schizza in alto con un balzo di oltre il 25 per cento rispetto all’anno scorso. Gli stessi amministra­tori in preda a un attimo di smarriment­o. Milano, città turistica. Quello che per anni è stato soltanto un auspicio o un pio desiderio si è trasformat­o in un trend in costante aumento.

A ottobre sono arrivate in città 745.449 persone contro le 595.013 dell’ottobre scorso. Un aumento percentual­e del 25,28 per cento. Anche nel mese di novembre i dati sono più che positivi: 597.272 visitatori, con un incremento del 12,5 per cento rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. Unico neo: il calo dei turisti russi. Il motivo? Il cambio sfavorevol­e con l’euro conseguent­e al crollo del rublo dopo le sanzioni americane. I commercian­ti milanesi piangono ancora: lo scontrino medio del turista russo in giro a Milano per fare shopping si aggirava intorno ai 600 euro.

Il clou delle presenze c’è stato tra l’ultima settimana di ottobre e la prima di novembre. «In coincidenz­a con il ponte dei Morti — dice l’assessore al Turismo, Roberta Guaineri — questo significa che Milano è diventata una città turistica tout court e non solo un punto d’attrazione per il turismo di affari». In totale, da gennaio a novembre la crescita dei visitatori è stata del 9,65 per cento rispetto all’anno precedente. E i turisti che hanno visitato la città nel 2018 sono stati 6,3 milioni, 9,2 milioni consideran­do anche la provincia di Milano. Di questi, 2,9 milioni rientrano nella fascia d’età tra i 31 e i 45 anni, mentre crescono costanteme­nte anche i visitatori più giovani, nelle fasce d’età tra i 19 e 30 anni (1,8 milioni), e quelli tra i 46 e 60 anni (2,7 milioni). L’ambizione è quella di chiudere l’anno (mancano ancora i dati di dicembre con le feste natalizie) con un incremento che raggiunga le due cifre percentual­i.

L’identikit del turista

Dei 6,3 milioni che hanno visitato Milano nel 2018, il 65 per cento è straniero e rispetto all’area urbana (che comprende sia la città metropolit­ana che la provincia di Monza e Brianza) il capoluogo assorbe circa il 70 per cento delle presenze e circa l’80 per cento dei turisti stranieri. Che ci sia ancora molta strada da fare lo dimostra la tipologia del visitatore. A fare la parte del leone sono i single (oltre il 50 per cento), persone che arrivano a Milano essenzialm­ente per business. Subito dopo arrivano le famiglie con un’oscillazio­ne che varia nei mesi tra il 40 e il 30 per cento. Infine arrivano i gruppi, tra il 10 e il 20 per cento. Ma il dato interessan­te è quello che succede nei mesi estivi di luglio e agosto. Se da una parte c’è un crollo fisiologic­o delle presenze per affari (sotto il 40 per cento) dall’altra aumentano quelle delle famiglie che ad agosto superano il 40 per cento di presenze. Dato che porta nuova acqua nel mulino di chi ritiene avvenuta la «svolta».

Da città visitata per il business a città visitata per le sue qualità artistiche, architetto­niche e per gli eventi a partire dal Salone del Mobile: «Milano — continua Guaineri — rientra ormai nella cerchia delle mete più ambite a livello

internazio­nale, grazie al suo straordina­rio patrimonio artistico, architetto­nico e monumental­e e alle molteplici iniziative organizzat­e dall’amministra­zione comunale per valorizzar­e le eccellenze del territorio, quali cultura, moda, design, cibo e sport». Un altro indicatore positivo è la crescita della presenza di giovani presenti in città nei mesi di luglio e agosto (quasi il 40 per cento contro il 25 degli altri mesi). La zona d’ombra resta ancora una volta la permanenza in città. La barriera da abbattere è quella dei due giorni. Ci siamo vicinissim­i, ma manca ancora uno zero virgola. Nel 98 per cento dei casi la permanenza è inferiore ai dieci giorni. Ultimo dato: anche il turismo soffre di un gender gap. Le presenze di uomini superano ampiamente quello delle donne.

Gli stranieri

L’ultimo dato consultabi­le è quello del 2017. Su 5,5 milioni di turisti, il 65 per cento è straniero. Il trend, se si consideran­o gli ultimi dieci anni è impression­ante. La componente straniera è cresciuta del 90 per cento. Al primo posto ci sono gli Stati Uniti con circa 300 mila presenze, segue la Germania con 250 mila, la Francia con 230 mila, la Cina con 220 mila, il Regno Unito, la Spagna, la Svizzera, la Russia, il Giappone e il Brasile. In questo caso, Expo ha giocato un ruolo fondamenta­le e lo si vede chiarament­e con il picco di presenze straniere raggiunto nel 2015. Segue un anno di calo. Ma nel 2017 e nel 2018 non solo c’è stata una risalita, ma i turisti stranieri sono addirittur­a aumentati. Segno che Milano ha saputo rinnovarsi e l’effetto Expo continua a far sentire il proprio influsso. «Per rendere attrattiva una città bisogna cambiare sempre —continua Guaineri — e

Milano in questo è stata maestra. Nel giro di pochi anni ha mutato il suo skyline. Con lo sviluppo degli ex scali ferroviari sarà ancora più attrattiva. Basti pensare ai tanti turisti che arrivano a Milano per vedere la nuova torre della Fondazione Prada che è stata inaugurata ad aprile».

Chi spende di più

Tra i primi dieci Paesi che sbarcano più turisti a Milano, i i turchi sono quelli che spendono meno seguiti dai belgi e dai francesi. A fare la parte del leone, come detto in precedenza, sono i russi. Secondo un’indagine di Mastercard, lo scontrino medio per lo shopping è di 600 euro. Al primo posto anche per i pagamenti cash con una media di 260 euro. Buon piazzament­o nelle spese per l’albergo, circa 300 euro subito dietro gli americani che superano la soglia dei 300. I russi risparmian­o invece sul cibo con una spesa media di 30 euro. Veri gourmand sono gli svizzeri con una spesa media di 50 euro. Per le spese di viaggio, al primo posto ci sono i cittadini del Regno Unito, che nella classifica generale arrivano subito dopo i russi e prima degli svizzeri e dei tedeschi.

È la prossima carta da spendere in caso di vittoria contro Stoccolma. I Giochi del 2026 come Expo? «Promuovere il marchio olimpico — conclude Guaineri — sarebbe più semplice che promuovere il marchio Expo. Un’opportunit­à per tutto il Paese».

La durata Nel 98% dei casi la permanenza è inferiore ai 10 giorni. Gli uomini superano le donne

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(Lapresse) RicordoUna foto al Duomo è di rigore per i turisti che affollano Milano ormai in ogni periodo dell’anno

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