MALPENSA 11 ANNI DOPO VOLA ALTO
La signora Enrica Bosco mai l’avrebbe immaginato. Ma tant’è: con il suo imbarco per Miami ieri Sea ha tagliato il traguardo dei 24 milioni di passeggeri a Malpensa nel 2018. E ora punta a 24,7 a fine dicembre. Sembrano passati anni luce dal dehubbing di Alitalia. Nei mesi immediatamente successivi i 23,7 milioni di passeggeri che Malpensa aveva toccato nel 2007 grazie alla ex compagnia di bandiera sembravano un target mai più replicabile. Ora invece si può dire che tutto il terreno perso è stato recuperato. E non è solo merito di una congiuntura positiva del settore, con i passeggeri in media in crescita in Italia del 6-7%. Malpensa infatti fa meglio del mercato e supera il più 10%. Lo scalo nella Brughiera si è inventato, in gran parte con successo, un nuovo modello di hub. Ha fatto di necessità virtù e ora non punta più su un’unica compagnia ma diversifica il rischio. Air Italy, nonostante lo scetticismo iniziale, sta mantenendo le promesse. Poi ci sono easyJet e gli investimenti di Ryanair. A questo punto manca solo il contributo delle low cost di lungo raggio come Norwegian. Un’aspirazione realistica anche secondo un esperto come Oliviero Baccelli, direttore del Certet Bocconi. Per il futuro le sfide saranno anche altre. Nel 2019 Linate chiuderà tre mesi per lavori. E poi c’è il cambiamento della governance. I nomi in campo, però, sono tutti di alto profilo. Certo, tra le incognite c’è anche il futuro di Alitalia. Ma ormai gli scali lombardi hanno imparato la lezione.