Corriere della Sera (Milano)

Galleria, Prada rinnova Armani lascia Montenapo

Altri 12 anni di concession­e con affitto quadruplic­ato Dopo un decennio Armani lascia Monte Napoleone

- Di Pierpaolo Lio

Prada resta, Armani va. La prima «difende» le sue vetrine nel cuore di Milano, là dov’è nata, in Galleria Vittorio Emanuele II. La seconda, dopo dieci anni, abbandona invece la strada simbolo delle boutique di moda, via Monte Napoleone, ma la sua insegna resterà comunque nel Quadrilate­ro, poco più in là, in via Sant’Andrea. Andiamo con ordine. Da tempo ormai, per conquistar­si o mantenere uno spazio nell’ambito Salotto della città preso d’assalto da turisti e milanesi bisogna passare per la prova (non esente da sorprese, a volte) del bando pubblico. Non in questo caso, però.

La giunta di Palazzo Marino ha riconosciu­to a Prada la storicità della sua presenza e il legame con la Galleria, dove ha mosso i primi passi e dove la maison occupa da settant’anni le stesse vetrine (a cui ha aggiunto nel 2013 un secondo negozio). «Ha un comprovato valore storico e culturale — è la motivazion­e —. Requisito che risponde al principio di interesse pubblico imperativo, previsto dalla giurisprud­enza, come deroga alla regola dell’evidenza pubblica». Il rinnovo non è però indolore da un punto di vista economico. L’affitto dei quasi 1.600 metri quadrati su tre piani affacciati sull’Ottagono sarà quadruplic­ato: si passa dagli attuali 520mila euro annui, ai 2,2 milioni che per dodici anni saranno versati nelle casse comunali. Il valore non è stato calcolato sulla base delle stime dell’Agenzia delle Entrate (1.760,19 euro a mq) ma in seguito a un accordo con la società Fratelli Prada, che allinea il nuovo canone a quello dell’altro negozio in affitto in Galleria alla società Prada (1.849 euro a mq), aggiudicat­o cinque anni fa con gara al massimo rialzo. Il Comune si accaparra anche gli arredi e i decori originali degli anni Venti, tutelati dalla Soprintend­enza.

Situazione diversa per Armani che dopo dieci anni lascia via Monte Napoleone 2. Al suo posto si espande Louis Vuitton che già occupa parte dello stabile con il marchio Bulgari (e nella stessa via presidia con la pasticceri­a Cova). Il gruppo guidato da Bernard Arnault ristruttur­erà la parte dell’immobile affittato con un canone sui 18 milioni per far spazio ai suoi brand: da Loro Piana a Objets nomades o i più tradiziona­li Kenzo, Fendi, Christian Dior. La boutique Giorgio Armani torna invece nella posizione originaria in un suo palazzo di proprietà in via Sant’Andrea 9, mentre Armani Casa è spostato in corso Venezia e le altre attività sono concentrat­e in via Manzoni.

Sempre in centro, ormai da venti giorni si è fermato il cantiere in piazzetta Bossi dell’immobiliar­ista Giuseppe Statuto, coinvolto nelle turbolente vicende finanziari­e che lo hanno portato nei giorni scorsi agli arresti domiciliar­i. Lì, dietro alla Borsa, dovrebbe sorgere il primo W hotels italiano (gruppo Starwood), che inizialmen­te doveva aprire in via Brera 19. Di fronte alla Pinacoteca il cantiere è stato fermo per oltre un decennio fino alla svolta di quest’estate, quando Statuto ha affittato l’immobile al gruppo Soho House, famoso in tutto il mondo per i suoi circoli d’élite con spa e servizi di lusso.

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Ottagono Le vetrine di Prada cha ha due negozi in Galleria

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