Droga e minacce L’incubo dei bulli
I bulli lo obbligavano a fumare hashish. La madre ha chiesto aiuto ai carabinieri
Minacce, angherie e pestaggi. Un incubo durato sei mesi per un diciassettenne di Macherio preso di mira da tre bulli coetanei di Lissone e Desio denunciati dai carabinieri. La vittima ha avuto bisogno di affidarsi all’assistenza di uno psicologo.
LISSONE (MONZA E BRIANZA) Si erano messi in testa che con lui si poteva esagerare. ogni volta che ne avevano voglia. Tanto, con quel carattere mite e con quell’aria da mammone, il ragazzo non avrebbe mai reagito. Nemmeno agli atti di bullismo più crudeli.
Come quello, per esempio, di bollarlo come un «ciccione», solo perché era poco più grasso di loro. Così, quei tre prepotenti lo avevano preso di mira. E si erano «allargati». Sempre di più. Ogni volta alzando al tiro. Fino a quando una mattina sono arrivati a ordinare al loro compagno di scuola di andare a comprare dell’hashish da uno spacciatore della zona. E poi a fumarlo insieme a loro. Solo per il gusto di vedere come lui, un bravo ragazzo di 17 anni che non aveva mai sfiorato una sigaretta in vita sua, avrebbe reagito alla droga, e farsi quattro risate alle sue spalle. Un incubo lungo sei mesi. Fatto di minacce, angherie e pestaggi. Come quando gli hanno urlato: «Se non fai quello che ti diciamo, noi ammazziamo tua madre».
Un incubo durato fino a giovedì, quando i carabinieri di Desio hanno denunciato i tre bulli. Due 17enni di Lissone e un terzo coetaneo di Desio sono stati denunciati di lesioni personali, detenzione e spaccio di stupefacenti, atti persecutori, violenza privata ed estorsione. La vittima, di Macherio, ha avuto bisogno di affidarsi all’assistenza di uno psicologo. Gli atti persecutori, sempre più pesanti, sono andati avanti per sei mesi. I bulli lo perseguitavano ogni mattina a scuola. E il loro divertimento preferito era rendergli la giornata impossibile. Così, per due volte si sono fatti consegnare lo smartphone nuovo di zecca appena ricevuto in regalo. «E a tua mamma racconta che lo hai perso, altrimenti sono guai». Oppure, durante l’intervallo, più di una volta lo avevano costretto a comprare con la sua paghetta brioche e bibite per tutti. E, se provava a ribellarsi erano spintoni e sgambetti, ridendogli in faccia perché lui era «debole e goffo».
Il ragazzo, uno studente modello, non voleva più andare a scuola. Era diventato apatico e aveva iniziato a prendere troppi brutti voti. O a fare scena muta nelle interrogazioni. Negli ultimi mesi il suo rendimento scolastico, prima eccellente, era crollato. Per tanti mesi il povero studente è riuscito a tenersi tutto dentro.
L’unica a sospettare che forse nella vita di suo figlio stava accadendo qualcosa di grave, è stata la mamma. La donna non si dava pace. Aveva notato che il carattere del figlio era completamente cambiato. In casa era sempre stato un ragazzo solare. Un 17enne che aveva sempre avuto un ottimo dialogo con i suoi genitori.
Ora, invece, si era trasformato fino a diventare silenzioso, ombroso e irritabile. Silenzi, musi lunghi, risposte sgarbate e date a monosillabi. E se i genitori osavano chiedere se era successo qualcosa, o rimproverarlo perché aveva preso l’ennesimo brutto voto, lui alzava la voce e si chiudeva nella sua cameretta, dopo aver sbattuto la porta. Sempre più preoccupata dal comportamento del figlio, alla fine la madre ha chiesto aiuto ai carabinieri di Desio. I militari, con la collaborazione degli insegnanti della scuola, un istituto superiore di Lissone, sono riusciti a fermare i tre bulli. In casa di uno di loro, hanno ritrovato i due telefoni cellulari che il terzetto di prepotenti aveva estorto alla vittima, oltre a cinque grammi di hashish.
Persecuzione Da sei mesi il ragazzo era preso di mira durante l’orario scolastico