Sotto l’albero
Il sogno ambientalista dell’attrice Lella Costa «Un’oasi verde a Baggio»
Non è la Traviata classica. La storia è quella, con Violetta al centro della scena, ma in una versione light. Lella Costa spiega «la rendo accessibile a chi fatica ad accostarsi alla lirica», e si dice pronta a scommettere che qualcuno del pubblico, alla fine, uscirà con la voglia («o anche solo la curiosità») di vedere l’opera integrale. Nell’intervallo fra Natale e Capodanno, l’attrice porta sul palcoscenico del Franco Parenti il suo spettacolo Traviata, completamente rivisitato («un soprano e un tenore al mio fianco, nessuna scenografia e i suggestivi abiti di Antonio Marras come fondale», rivela). Giù il sipario. Applausi. Lei sorride, torna seria. «Siamo qui per parlare di un sogno, vero?». Attacca: «La mia città sta vivendo un bellissimo sogno», e subito racconta come il podio di migliore città d’Italia, appena conquistato, sia motivo di gioia, orgoglio. «Diciamolo forte: se lo è meritato, dietro al risultato c’è tanto lavoro, impegno, progettazione». E ancora: «Sono felice, contenta di questa amministrazione». Poi sposta il discorso sulla Sardegna, accenna alla notizia della baia di Chia appena comprata dagli ambientalisti per salvarla, preservarla. «Si può fare, ci si può opporre al cemento», sottolinea. C’è cautela nella sua voce, allude alla riqualificazione degli scali ferroviari, a quell’anello verde che circonderebbe Milano, tanto atteso, a questa vocazione tardiva per l’ambiente che, evviva, sta venendo fuori. Dice: «Non vorrei essere male interpretata, la mia non è una polemica». Ci siamo. Ecco il sogno: piazza d’Armi, a Baggio (alle spalle della caserma Perrucdisturberebbe chetti, ndr). «Un non luogo, al momento. In parte discarica, in parte insediamento abusivo. Uno spazio immenso che potrebbe diventare un grandissimo polmone verde». S’infervora mentre chiarisce: «Un’area che non ha mai avuto funzione abitativa, utilizzata solo, come avrebbe detto Ermanno Olmi, per il mestiere delle armi». Verde, verde, verde. «Fino all’Ottocento, era l’area del parco Sempione la piazza d’Armi cittadina. Fu spostata proprio per disegnare il giardino. Perché non fare lo stesso a Baggio?».
Racconta di essere stata fermata pochi mesi fa, mentre si aggirava fra le bancarelle di Floralia, da un gruppo di donne, Le Giardiniere, che da diversi anni lottano per salvare quel lembo di periferia da una possibile cementificazione. «Loro sognano un grande parco, con orti e impianti sportivi, e hanno accennato che qualsiasi grande cantiere la biodiversità che si è creata spontaneamente negli anni», dice Lella Costa. Poi confessa: «Sono nel Consiglio di amministrazione dell’Università di Pollenzo, che ha lanciato, proprio nel 2018, la prima edizione di “Coltivare e custodire”, un premio dedicato alla sostenibilità ambientale. Non è una bella coincidenza?».
Ha parlato a mitraglietta, ora riposa. Risparmia la voce per il finale a sorpresa. «Piazza d’Armi è stata indicata come luogo del cuore del Fai. Sono solo 24 in tutta Italia. Direi che un progetto di tutela ha davvero senso».