Spinta trasversale, riparte la M5
Atm, record di passeggeri e 100 mila multe in più. Il dg Giana: bus elettrici e guida autonoma, rivoluzione nel 2019 Prolungamento della linea a Monza, i 900 milioni per i cantieri entrano nella legge di Stabilità
Superate le resistenze ministeriali, i fondi statali per il prolungamento della M5 a Monza sono stati inseriti nel maxi-emendamento del governo. Inaugurerà nel 2026. Anno record per Atm, intervista al dg Arrigo Giana.
Le incomprensioni, prima. Il lavoro di squadra, sottotraccia ma costante, poi. È un’alleanza inedita, «tripartisan», nata sul territorio prima che a Roma, dove si sono dovute superare le resistenze del ministro pentastellato Danilo Toninelli, quella che sale a bordo del progetto che porterà la linea 5 della metropolitana dalle porte di Milano fin dentro il cuore di Monza. Dopo settimane d’incertezza e di richiami del sindaco Beppe Sala al rispetto degli impegni, sono i leghisti a esultare: «I soldi ci sono», garantisce Alessandro Morelli, parlamentare e capogruppo salviniano in Consiglio comunale. Ed è un dettaglio non da poco: realizzare i 13 chilometri che collegheranno (ad oggi un inedito) due capoluoghi di provincia, percorrendo uno degli assi più trafficati e inquinati d’Italia, costerà qualcosa come 1,2 miliardi di euro. E di questi, 900 milioni sono a carico dello Stato.
Il testo sottoscritto da tutte le forze politiche — primi firmatari il leghista Massimiliano Romeo e il grillino Gianmarco Corbetta — ottiene ieri il via libera del ministero delle Finanze e finisce nel maxiemendamento collegato alla manovra, alla prova del voto
di fiducia di Palazzo Madama prima della mezzanotte, al più tardi oggi. L’opera sarà finanziata in nove anni, dal 2019 al 2027, con importi che dai 15 milioni dell’anno prossimo andranno via via a crescere. Eppure, solo una ventina di giorni fa, la bocciatura di un emendamento simile a firma Forza Italia aveva fatto temere il peggio. E la reazione era stato una seduta congiunta dei consigli comunali di tutte le città coinvolte: non solo Milano e Monza, ma anche Cinisello Balsamo e Sesto San Giovanni. Tutte insieme, al di là dei colori politici, a chiedere in coro allo Stato i fondi promessi.
Dopo gli impegni, si attendevano i fatti. La tabella di marcia, ora, s’annuncia serrata. L’idea è di inaugurare le undici nuove stazioni nel 2026, l’anno del sogno olimpico. Vuol dire partire con gli scavi nel 2021, tra l’altro anno del voto milanese. Ma serve correre: nei giorni scorsi il progetto di fattibilità tecnicoeconomica è stato inviato a Roma, e nel frattempo già si lavora al progetto definitivo che deve essere pronto entro l’autunno prossimo. Seguiranno quindi i disegni esecutivi, la gara, e cinque anni di lavori.
Sorride il sindaco Sala, che vede concretizzarsi uno dei suoi impegni elettorali e delle sue «ossessioni» del mandato. «È contento, ha seguito il dossier minuto per minuto», riferisce l’assessore alla Mobilità, Marco Granelli che può tirare un sospiro di sollievo. «Abbiamo lavorato tutti intensamente per questo obiettivo — riconosce Granelli —. È un passo decisivo. Speriamo che l’intesa trasversale prosegua anche sui fondi per il trasporto pubblico locale e sul nuovo sistema di tariffazione». Le avvisaglie di queste ore non promettono bene. Al silenzio dei Cinque stelle fa da contraltare il brindisi in piazzale Cadorna, dove Morelli rivendica il ruolo di protagonista al partito di via Bellerio: «Milano lo chiedeva da tempo, e il governo della Lega investe 900 milioni sulla nostra città per il prolungamento della metropolitana fino a Monza, a cui si aggiungono i quasi 300 di Regione Lombardia e i 36 di Palazzo Marino». «La Lega è smemorata — protestano la segretaria milanese dem, Silvia Roggiani e il capogruppo in Comune, Filippo Barberis —: dimentica il ruolo determinante del Pd, che ha sempre creduto e lavorato per quest’opera, già nel 2016 con il Patto per Milano e fino a questi ultimi giorni lavorando in Parlamento insieme alla maggioranza per definire l’emendamento che finanzierà l’opera».
Il prolungamento Opera da 1,2 miliardi: 12 km, 11 nuove stazioni, stanziamenti spalmati su nove anni
Arrigo Giana, direttore generale di Atm, come si chiude il 2018? «Nel migliore dei modi considerato che è stato l’anno record per il numero di passeggeri trasportati. Ci aspettiamo di chiudere l’anno con il 6 per cento in più rispetto all’anno scorso. Nel mese di ottobre, se non avessimo avuto una mezza giornata di sciopero, sarebbe stato il mese record di tutta la storia di Atm, più che nei mesi di Expo».
I numeri?
«Sul metrò sono saliti 365 milioni di passeggeri. Aggiungendo la superficie arriviamo al doppio».
A cosa si deve la crescita?
«A due fattori. Al fatto che Milano sta conoscendo un momento eccezionale di visibilità sia in Italia sia all’estero e al fatto, perdoni l’orgoglio aziendale, che le persone apprezzano il nostro servizio. L’indicatore di soddisfazione è ormai intorno al 98%». Servizio che però non è esente da pecche. Negli ultimi mesi ci sono stati più episodi di frenate brusche del metrò con dei feriti.
«Nella stragrande maggioranza dei casi, il sistema di sicurezza non si è comportato male».
Si spieghi meglio.
«La linea 1 ha standard di sicurezza altissimi, potenzialmente potrebbe essere senza conducente. Uno standard così alto si traduce in una reazione immediata a situazioni di pericolo potenziali. Nel momento in cui intravede un rischio blocca tutto, dove magari un macchinista si comporterebbe in maniera diversa. Se un automobilista si vede spuntare improvvisamente un gatto davanti all’auto che fa? Frena bruscamente. Se invece lo vede a 100 metri di distanza, rallenta. Il sistema del metrò, anche se il gatto è a cento metri, inchioda. Stiamo studiando un sistema per insegnare al sistema a rallentare quando il pericolo è a 100 metri, piuttosto che frenare bruscamente».
A proposito di innovazione cosa c’è in cantiere? «Stiamo lavorando con il Politecnico e con una serie di aziende all’avanguardia per avviare una sperimentazione sulla guida autonoma. Nel frattempo, partiremo a breve con un test nella zona di Porta Romana con un minibus driverless che collegherà il quartiere con la fermata della M3 Lodi. Si muoverà in una corsia protetta, tipo ciclabile. Stiamo studiando progetti analoghi anche per altre aree. Ma la vera innovazione riguarda il full electric».
A che punto siamo?
«Il 2019 è l’anno di avvio del nostro piano industriale. C’è in corso la gara per gli ebus. Contiamo di assegnarla nei primi mesi 2019 e di cominciare a ragionare sulla costruzione del deposito in viale Toscana nell’area ex Oem. Sarà a impatto zero, interamente sotterraneo, indipendente dal punto di vista energetico e sopra ci sarà un parco».
Gli autobus?
«A gennaio si completa la fornitura di 25 autobus. La gara prevede un accordo quadro per 250 bus di cui 40 arriveranno nei primi mesi del 2020. Nel frattempo avremo costruito i depositi e i punti di ricarica veloci in città. Il governo ha delineato il decreto che definisce i criteri di ripartizione dei finanziamenti, circa 300 milioni annui di cui 100 per i bus elettrici. Tra i criteri c’è anche lo stato di inquinamento dei luoghi. Siamo pronti».
Siete pronti anche per sostenere l’aumento dei passeggeri quando entrerà in vigore Area B? «Ci stiamo preparando da tutti i punti di vista. Abbiamo pianificato con il Comune di Milano degli incrementi di servizio rispetto all’anno scorso».
Tornelli e contactless. Un bilancio?
«L’incremento è stato incredibile: siamo a 25 mila transazioni al giorno. Il vero passo sarà quando potremo utilizzarlo anche in superficie sarà possibile quando verrà implementato il 5G che elimina la latenza. A quel punto, quando tutto il sistema sarà coperto, il paradigma della tariffazione cambierà completamente. Tu passi e dopo un mese il sistema ti calcola la tariffa più conveniente».
Due temi caldi sono la sicurezza e la lotta all’evasione. Cosa state facendo? «Abbiamo incrementato del 50% il numero dei controllori e della security e li incrementeremo ancora di più nel 2019. Nel 2018 abbiamo controllato un milione e mezzo di persone in più rispetto al 2017 e abbiamo dato 100mila multe in più. Registriamo una costante diminuzione dei livelli di evasione, delle aggressioni e degli imbrattamenti».
Quando partirà la gara sul servizio di trasporto pubblico?
«Bisogna chiederlo all’Agenzia di Bacino. L’avvio della procedura dovrebbe essere a metà 2019. Noi ci stiamo già attrezzando. La gara, secondo il Codice degli Appalti, dovrebbe avere un 70% legato alla qualità e un 30 legato all’offerta economica. Vuol dire progetti di miglioramento del servizio per il cittadino e l’ambiente. Vinceremo se daremo il meglio e ci vuole una forte presa di responsabilità da parte di tutti, dal management ai sindacati». Fiducioso?
«L’auspicio è che nessuno vada a disgregare quella che è un’unica rete di trasporti che mette insieme tram, bus, metro, filobus e sosta. Sarebbe un rischio enorme».
A che punto è l’inchiesta sui dipendenti che taroccavano i biglietti e li rivendevano?
«Tutto quello che potevamo fare l’abbiamo fatto, licenziando le persone coinvolte. Qualcuno ha ammesso e ha restituito i soldi. Se dalle indagini dovessero emergere ulteriori illeciti procederemo di conseguenza».
Ecobus La gara per i pullman elettrici sarà assegnata nei primi mesi del 2019 Nuovo deposito interrato in viale Toscana