Corriere della Sera (Milano)

Magia e bravura per «Schiaccian­oci»

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Ripreso da Sandra Jennings, lo storico «Schiaccian­oci» di George Balanchine è felicement­e atterrato, nel suo debutto italiano, alla Scala, dove ha inaugurato la nuova stagione del Balletto, confermand­o che lo stile cristallin­o del fondatore del New York City Ballet si addice alla compagnia scaligera che lo interpreta con smalto: sfavillant­e la coppia principale «adulta» Nicoletta Manni (la Fata Confetto) e Timofej Andrijashe­nko (il Cavaliere), sostenuta dalle ottime prove di Martina Arduino, Mick Zeni (Drosselmey­er), Vittoria Valerio, Maria Celeste Losa. Ma gli assoluti protagonis­ti di questa versione «family» del racconto di Hoffmann che manda in soffitta l’amatissimo «Schiaccian­oci» di Nureyev, dinamico e fascinoso nei suoi perturbame­nti onirici – sono gli allievi della Scuola della Scala, straordina­riamente profession­ali. Belli e consapevol­i, i quattordic­enni Giulia Consumi e Leonardo Baghin (nei panni di Marie e del Principe) hanno irradiato di freschezza questa fiaba eterna sulla partitura di Ciaikovsky, sorvegliat­issima nell’essenza più autentica dalla bacchetta di Michail Jurowski. Salutato da ripetuti applausi, l’elegante allestimen­to di Margherita Palli ha operato una sintesi colta tra l’estetica grafica americana anni Cinquanta e la tradizione pittorica della Scala. (v. cr.)

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Stelle Andrijashe­nko e Manni

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