Campionato a Natale Il derby delle opinioni
C’era una volta Santo Stefano: si incontravano i parenti con cui non si era condiviso il pranzo di Natale e al pomeriggio ci si rifugiava al cinema. Ora la festività è stata abolita: largo al Boxing Day, sul modello inglese, e tutti allo stadio a celebrare il santo campionato. «Sicuramente il mio primo anno in Premier è stato particolare», confessa Stefano Eranio che per quattro stagioni, dal 1997 al 2001, ha giocato nel Derby County.
Si spieghi meglio.
«Innanzitutto mi confrontai con le abitudini di un paese diverso. Certo, durante le vacanze vennero i parenti e quindi, pur con la partita, il 26 dicembre rimase un giorno di festa. In Inghilterra non ci si fermava mai, c’era anche la Coca Cola Cup, si giocava sempre a parte quando c’erano le soste per la nazionale ma io ero convocato anche lì!».
Pro e contro dell’esperienza?
«Le gare durante le vacanze di Natale attirano allo stadio più famiglie e bambini. Di contro però con il freddo che fa in Inghilterra diventa difficile giocare. Io ero costretto a spalmarmi una crema sui piedi altrimenti non sarei stato in grado di calciare il pallone. Sinceramente fermerei il campionato d’inverno e giocherei di più d’estate. Alla fine con certe temperature organizzare gare è scomodo sia per chi va in campo sia per chi assiste».
È sceso il gelo anche sul Milan.
«Da qualche settimana il gioco della squadra è meno fluido. Vero che Rino ha dovuto fare a meno di tanti giocatori anche importanti e ha dovuto riadattare altri elementi in un ruolo non consono. Peccato che con la Fiorentina non abbia dato spazio a Montolivo perché è un giocatore che ha dimostrato di poterci stare. Sicuramente è successo qualcosa fra lui e Gattuso, altrimenti è inspiegabile».
Giusto porre un ultimatum all’allenatore che ha due gare per salvare la panchina?
«Purtroppo per ogni tecnico vale la stessa regola, genio se vinci, pessimo se perdi. Credo che sia più corretto essere valutato sull’orizzonte di un intero campionato. Ha risollevato la squadra dopo Montella, poi in questa stagione ha persone pedine fondamentali. Sono elementi che vanno analizzati».
Lei scambierebbe Higuain con Morata a gennaio?
«La carta d’identità ha il suo peso. Gonzalo ha 31 anni, lo spagnolo cinque in meno. Ma sono giocatori con caratteristiche diverse, complementari quasi. Sarà la società a optare per la scelta migliore».