Quel filo solidale tra San Vittore e il San Gerardo
Acominciare dalla prima tra tutte, quella del Bambino nato tra un asino e un bue, quasi sempre le storie di Natale hanno pochi testimoni. Questa ne ha pochissimi perché si è svolta al chiuso, in due luoghi diversi tra loro anche se uniti dal potente denominatore comune per cui la maggior parte degli ospiti vorrebbe non esserlo: carcere e un reparto di ospedale.
Un carcere, quello di San Vittore; e un reparto, leucemie pediatriche, quello del San Gerardo di Monza (foto). Luoghi di sofferenza e speranza. Anche se per la speranza, in un carcere, bisogna lavorarci su. A San Vittore, questa volta, il lavoro lo ha fatto un bambino. Si chiamava Ale. Alessandro Maria Zancan. La leucemia se lo è portato via a 8 anni. Sua mamma, Luisa Mondella, dopo una visita con il comandante della polizia penitenziaria Manuela Federico, ha portato a San Vittore la sua storia. Luisa ha raccontato a detenuti e agenti la malattia e la scomparsa di Ale, la decisione di creare la Fondazione Grande Ale Onlus e le mille attività che la Fondazione sostiene soprattutto al San Gerardo. Gli agenti hanno risposto con una raccolta fondi e poi con una visita ai bambini del reparto. Infine Luisa è tornata a San Vittore per la messa di Natale. Che ha concluso indicando nel piccolo grande Ale un modello di speranza anche per un luogo come il carcere: «Lui ha insegnato che per essere felici, anche nelle situazioni difficili, occorre guardare la vita con occhi diversi, trovando il bene in ogni persona, non arrendendosi mai, apprezzando la quotidianità, trovando il coraggio di andare avanti. Amando nel dolore. E rialzandosi più forti».