Ciak, il tendone sarà demolito Veleni fra teatri
Scaduta la convenzione. Lettera d’accuse dal Forum di Assago
Teatri contro teatri. Una guerra che rischia di avere pesanti conseguenze per una delle aree più delicate della città, la zona di viale Puglie dove illegalità e degrado la fanno da padrone. L’unico avamposto di cultura e socialità rischia di chiudere i battenti. Il Comune ha firmato l’ordine di demolizione per il teatro Ciak, la tensostruttura che dal 2014 ha raccolto l’eredità dello storico teatro milanese culla di tanti grandi artisti e che ora ospita musical e grandi produzioni. Il Ciak è una struttura temporanea realizzata dalla famiglia Togni, gestita dalla Show Bees di Gianmario Longoni, ex patron dello Smeraldo su un terreno di proprietà di Sanitaria Ceschina. La legge prevede che dopo tre anni una struttura temporanea debba essere smontata. Ma Palazzo Marino, proprio per la valenza culturale e sociale del teatro situato in un’area difficile, ha siglato una convenzione con il Ciak, dove in cambio di serate gratuite, la tensostruttura può rimanere in piedi senza doverla smontare e rimontare ogni volta che passano i tre anni. Tutto bene. Fino all’11 dicembre, giorno in cui è scaduta la convenzione. A innestare la miccia è stata una lettera indirizzata all’avvocatura comunale da parte di Forumnet, società che fa parte del gruppo Bastogi controllato dalla famiglia Cabassi e proprietaria del Mediolanum Forum. Un documento che punta il dito contro la convenzione in quanto agevolerebbe i «concorrenti» del Ciak. In pratica, l’accusa mossa al Comune sarebbe quella di favorire la concorrenza sleale. In realtà, l’unica «concorrenza» è roba del passato e riguarda X Factor. In precedenza le serate live del talent si svolgevano al Teatro della Luna sempre di proprietà di Forumnet, mentre da qualche anno vengono ospitate dal Ciak. Nessun problema per la serata finale che raccoglie un gran numero di spettatori. Quella, per capienza, è appannaggio del Medionalum forum.
A questo punto Palazzo Marino, visto anche i rapporti non semplici che intrattiene con il gruppo Cabassi sull’annosa vicenda del Leoncavallo, ha scelto la strada dell’autotutela e non ha rinnovato la convenzione con il Ciak. Il risultato è l’ordine di demolizione del teatro. Provvedimento che arriva a stagione aperta e che rischia di provocare gravi danni economici ai gestori. Il prossimo appuntamento è dietro l’angolo con lo spettacolo di Capodanno. I gestori del Ciak hanno chiesto una proroga. Sarà la giunta prevista per il 28 a decidere se concederla o meno. Ma a essere a rischio è tutta la stagione anche se Longoni non demorde e intende andare avanti nella sua strada. «Magari dovremo cancellare qualche spettacolo — dice l’impresario — ma sono pronto a smontare il teatro e a rimontarlo a mie spese. Ricordo però che la convenzione siglata con il Comune nasce proprio dal fatto che la tensostruttura è situata in un’area degradata e svolge una finalità sociale importante. Abbiamo bonificato la zona e non dico che siamo diventanti i beniamini della zona, ma poco ci manca». La risposta di Palazzo Marino arriva dall’assessore all’Urbanistica, Pierfrancesco Maran: «Al Comune piacerebbe molto che si potesse trovare lì la collocazione definitiva del teatro oltre al blocco di altre attività a cominciare dal mercatino illegale di viale Puglie. Però oltre alla volontà del Comune, di Togni e di Longoni servirebbe che la proprietà dell’area facesse dei passi concreti che in questi anni non abbiamo visto». Sul degrado dell’area ieri è intervenuta anche Forza Italia chiedendo che sia piazza Salgari che piazzale Cuoco siano interessate da progetti di riqualificazione e per realizzare il secondo lotto del Parco Alessandrini.