QUELL’ASSIST SUI NAVIGLI CHE RICORDA RIVERA E PRATI
Vorrei lanciare una proposta alternativa per quanto riguarda la riapertura dei Navigli. Non che sia contrario al progetto ipotizzato dall’amministrazione, ma mi sono domandato quali benefici ne trarrebbe la città. Perché invece dell’acqua (via Melchiorre Gioia) non si pensa a realizzare un percorso verde: darebbe più ossigeno alla strada e la renderebbe molto più bella, adesso è veramente squallida, non esiste un filo d’erba cresciuto per sbaglio. Oltretutto — elemento non certo secondario — si risparmierebbero molti soldi.
Dibattito Caro Schiavi, in questi giorni ho rivisto in azione il mitico tandem Gianni Rivera-Pierino Prati; il primo con tocco magico forniva l’assist all’altro che immancabilmente si trovava pronto per spingere il pallone in rete. L’attuale Rivera mi è parso Attilio Fontana che negando (per fortuna) i finanziamenti per il discutibile progetto di riapertura Navigli, ha fornito un assist perfetto al sindaco Giuseppe Sala, novello Prati, che con guizzo fulmineo è riuscito a defilarsi dall’assurdo progetto.
Infatti, come ha ben capito il sindaco, il crescente malumore delle periferie, la cui riqualificazione era un punto fondamentale del suo programma, poco si confà con lo spreco di risorse economiche e organizzative che comporterebbe il prosieguo di tale proposta.
Caro Artioli, lei lo chiama tocco magico (per noi interisti bastava quello di Mariolino Corso) ma forse si tratta di un rinvio in zona Cesarini: ancora un po’ e la questione Navigli rischiava di diventare una sorta di Tav milanese, voluta da un’élite e osteggiata dai cittadini. Un sogno, non una priorità, che aveva una logica quando con Expo c’erano le vie d’acqua e i milioni per farle. Le vie d’acqua sono finite in Procura e i soldi non ci sono più. Se Milano deve spendere lo faccia per far vivere meglio i suoi cittadini, che non sono solo turisti. Questo è pragmatismo, ma l’assist è servito (e anche il ministro Alberto Bonisoli).
Ps. In questa pagina alcune opinioni tra le tante arrivate a questa rubrica. Buon Natale a tutti.
Leggo del «no» alla riapertura dei Navigli da parte del ministro Alberto Bonisoli. Ho letto il suo curriculum, sembra pregevole. Per cui non capisco la sua posizione.
L’apertura dei Navigli porterà sicuramente un vantaggio ecologico ed estetico alla città di Milano, considerata un tempo per i suoi fiumi e rogge la Venezia del Nord.
Leggo di abitanti lungo i Navigli chiusi che si lamentano per la perdita di parcheggi, io farei coprire anche l’Olona ed eventuali corsi interrati per fare di Milano una vera Venezia. I milanesi che protestano forse non sono… milanesi.
Il ministro per i Beni culturali Alberto Bonisoli, contrariamente a quanto sostengono gli assessori della giunta guidata dal sindaco Giuseppe Sala, è molto ben informato sulla presunta riapertura dei Navigli milanesi anche grazie allo studio approfondito che ha prodotto e sta ulteriormente approfondendo il Comitato cittadino «Navigli che fare?».
Del resto era stato lo stesso sindaco Sala, nell’ottobre dell’anno scorso, a far votare e approvare dalla sua maggioranza una delibera che indiceva un referendum specifico sul progetto ora presentato, delle cinque vasche di cemento collegate da un tubo sotterraneo, proprio perché riteneva giustamente il referendum del 2011 non attinente ed esplicativo per la cittadinanza. Poi, evidentemente, il sindaco ha cambiato idea e la sua delibera è a tutt’oggi disattesa.
Vogliamo sentire i cittadini, dopo averli realmente informati sulla reale proposta in progetto, sul come la pensano e sul che cosa ritengono prioritario per le esigenze della loro città con la spesa di molte centinaia milioni prevista?
Serve davvero il consulto