Corriere della Sera (Milano)

Accuse, sospetti Il comandante resta sulla carta

Mesi di selezioni ma incarico ancora vacante. Il sindaco: clima avvelenato

- Di Barbara Gerosa 9

Da quasi un anno i vigili di Lecco sono senza comandante. All’ultimo concorso l’unico candidato non ha superato la prova scritta. Intanto piovono ricorsi ed esposti. Al momento il corpo è guidato temporanea­mente dal comandante della Polizia provincial­e. Il sindaco del capoluogo Virginio Brivio dice: «Accuse e sospetti, si sta creando un clima avvelenato».

LECCO Un incarico che appare indigesto. Dopo due concorsi e mesi di selezioni, la Polizia locale di Lecco non ha ancora il nuovo comandante. Nessuno sembra intenziona­to ad assumere l’incarico e sui bandi indetti dall’amministra­zione nel frattempo sono piovuti esposti e ricorsi. Una vicenda che si trascina da febbraio e per cui la soluzione appare ancora lontana. Dopo il pensioname­nto di Franco Morizio, per anni alla guida dei ghisa del capoluogo manzoniano, un concorso di mobilità interna aveva assegnato temporanea­mente il comando a Paolo Borgotti, già dirigente a Bovisio Masciago. Un incarico a scavalco in attesa che il Comune di riferiment­o del funzionari­o rilasciass­e il nulla osta definitivo per farlo approdare sulle rive del Lario. Così non è stato, il permesso inizialmen­te accordato è stato revocato e Borgotti, dopo un paio di mesi di servizio sul lago, ha fatto ritorno in Brianza. Decisione che già in primavera aveva suscitato più di una polemica in città, tanto che non era mancato chi aveva sollevato dubbi sul fatto che fosse stato lo stesso Borgotti a decidere di andarsene.

Poi, ad ottobre, il nuovo bando di selezione, questa volta pubblico, a cui si è presentato un solo candidato, che però, la notizia è di questi giorni, non ha superato la prova scritta. Insomma tutto da rifare, tanto che al momento il comando è retto temporanea­mente da Raffaella Forni, a capo della Polizia provincial­e di Lecco.

Solo l’ultimo capitolo della travagliat­a succession­e a Morizio. Perché nel frattempo l’ex vicecomand­ante Costanza Cremascoli ha presentato una istanza di annullamen­to dell’ultimo bando, che non «si atterrebbe al regolament­o». Mentre il presidente del tribunale dei diritti dei pubblici dipendenti, Calogero Sanfilippo, già alla guida dei ghisa cittadini negli anni Novanta, ha depositato un esposto in Procura, per far luce sull’affidament­o temporaneo a Borgotti, sollevando perplessit­à sulla legittimit­à del concorso. Sedici pagine fitte di dubbi, nelle quali vengono riassunti tutti i passaggi della selezione di mobilità che ha portato all’assegnazio­ne dell’incarico. Tema che ha accesso la discussion­e durante l’ultima seduta del consiglio co- munale prima di Natale. «Su questo fronte ho già dato mandato ad un avvocato di guardare le carte e valutare se ci siano gli estremi per una querela — spiega il sindaco di Lecco, Virginio Brivio —. Sanfilippo ha accusato me e il segretario generale di dire il falso e l’amministra­zione di poca trasparenz­a, avanzando sospetti su una possibile turbativa, mentre, come è facilmente accertabil­e, ci siamo sempliceme­nte attenuti a quello che dice la legge». Intanto però, denunce a parte, il comandante non si trova. «Temo che il problema sia legato al tipo di inquadrame­nto che prevede la nostra pianta organica per il capo dei vigili — prosegue Brivio —. Ad oggi chi svolge l’incarico è assunto come quadro e non come dirigente. Un cavillo non da poco visto che la retribuzio­ne in quest’ultimo caso raddoppia, passando dagli attuali 1800 euro netti mensili ad almeno 3500. Stiamo parlando di cifre al momento ipotetiche e di un comando che richiede grande impegno. Lecco è una città di medie dimensioni, ma ha tutti i problemi e le complessit­à di una metropoli». Come a dire: tante responsabi­lità, pochi soldi. E la soluzione non sembra essere dietro l’angolo. «I vigili in servizio sono una sessantina, 45 sul territorio, i restanti negli uffici — conclude il primo cittadino —. Negli ultimi tre anni ne sono stai assunti sette, ne servirebbe­ro almeno altri quattro, oltre naturalmen­te al comandante. Stiamo valutando la possibilit­à di modificare la pianta organica e mettere una figura dirigenzia­le alla guida della polizia locale. Ma questo significa sopprimere un incarico da dirigente in un altro settore. La legge finanziari­a potrebbe inoltre cambiare alcuni parametri. Insomma da gennaio faremo attente valutazion­i e decideremo come agire. Un nuovo bando con gli stessi criteri del vecchio temo possa rivelarsi infruttuos­o. L’invito però è ad abbassare i toni, le accuse e i sospetti non aiutano a trovare una soluzione».

All’ultimo bando

Si è presentato un solo candidato che però non ha superato la prova scritta

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