Alumni & testimonial
I laureati diventano tutori, mentori e finanziatori di borse di studio: così gli atenei puntano sugli ex «Sono una risorsa, rappresentano il nostro biglietto da visita»
Tornano come tutori e mentori, finanziano borse di studio, nuovi laboratori, progetti di ricerca. Architetti, avvocati, medici, ingegneri, neolaureati o diplomati da decenni gli «alumni» rispondono alla chiamata delle loro università. «Risorsa preziosa per tutti gli atenei. Sono il nostro biglietto da visita e formano anche un network con migliaia di contatti in Italia e all’estero, utile per gli studenti che si affacciano al mondo del lavoro e anche per chi ha già una posizione», spiega Enrico Zio, alumnus del Politecnico, ingegnere nucleare e dal 2011 alla guida dell’asso- ciazione AlumniPolimi.
La comunità dei laureati al Politecnico oggi è una rete con 150 mila nomi, 44 mila sono iscritti al portale del gruppo e raggiungibili con un clic, e almeno diecimila sono donatori e versano all’ateneo un milione e mezzo di euro all’anno. Sono a Milano e all’estero, da Berlino a Stoccolma, da Boston a New York. C’è Renzo Piano che alla sua università ha donato il progetto per la nuova sede di Architettura o la designer Paola Antonelli, curatrice al Moma di New York intervenuta all’apertura dell’anno accademico.
«Sono migliaia i nostri laureati che collaborano e offrono il loro contributo all’ateneo in forme diverse. Il rettore Ferruccio Resta si confronta due volte all’anno con una commissione di 16 Alumni e almeno cinquanta sono coinvolti nelle commissioni dei dipartimenti per la programmazione dei corsi di studio — dice ancora il professore —. La settimana scorsa abbiamo cercato mentori per un gruppo di studenti eccellenti e in poche ore hanno risposto alla chiamata in trenta. Per molti è importante “restituire”». L’associazione ha creato anche circoli di alumni che donano diecimila euro e finanziano borse di studio per studenti eccellenti di cui diventano sponsor e anche mentori. «E il doppio supporto ha convinto tanti giovani a restare», sottolinea Zio.
A corteggiare gli ex studenti sono atenei statali e privati. Alla Bocconi ha rivisto la formula il rettore Gianmario Verona: «Adesso diventa alumnus per sempre anche chi ha frequentato un programma lungo di Sda Bocconi. Così siamo passati da gruppo ristretto a grande comunità con centomila persone in 110 paesi del mondo». Mentre la Cattolica nel nuovo Progetto Alumni rilancia le associazioni storiche come la Ludovico Necchi o gli Agostini e le Marianne che riuniscono i laureati dei rispettivi collegi.
«E in questi mesi abbiamo creato nuovi gruppi all’estero. Siamo a Londra come a Bruxelles e a Pechino — spiega la prorettore Antonella Sciarrone Alibrandi, presidente di Alumni Cattolica — La nostra rete cresce e supera i cinquemila iscritti». Le associazioni dei laureati sono in tutti gli atenei, con programmi diversi. «Gli ex studenti qui svolgono soprattutto il ruolo di mentori, la raccolta fondi non è il nostro primo obiettivo», spiega Sciarrone Alibrandi.
Si riorganizza anche l’università Statale e riparte dal gruppo storico di Giurisprudenza che quest’anno premierà come «laureata dell’anno» la vicepresidente della Corte costituzionale, Marta Cartabia. Sta crescendo l’associazione dell’università Bicocca che, fondata appena un anno fa, ha già quasi un migliaio di iscritti. E anche il nuovo rettore della Iulm, Gianni Canova, proprio al suo insediamento ha fatto la richiesta agli alumni dell’università di Lingue e Scienza delle comunicazioni di aiutare chi ha seguito i loro passi finanziando borse di studio.