Tutti i sapori di Posillipo
Sono sempre di più i locali che propongono la tradizione napoletana Dopo la pizza è la volta di pasta e patate, ziti, friarielli, struffoli e babà
Napoli sta lentamente colonizzando la ristorazione cittadina, ma se fino a un lustro fa era l’arte della pizza a entusiasmare, ora il milanese si avventura alla scoperta della cucina domestica campana, mentre il campano trapiantato a Milano mitiga la nostalgia di Posillipo.
Una manciata di metri quadri in via Canonica ospita Cirispaccio, frequentatissimo ristorante con bottega aperto dal salernitano Cosimo. Che ha cominciato dalla «genovese», spadellandola sui paccheri. Ed è tutto uno spiegare ai clienti che il famoso sugo non ha niente a che vedere con la Liguria, ma è una sorta di ragù con tocchi di carni e cipolle, cotte sino a liquefarsi. Da Nennella, in largo Corsia dei Servi,la coda c’è fin dal primo giorno di apertura. Il ristorante è la replica del locale nei Quartieri Spagnoli di Napoli, di Ciro e Mariano Vitiello (ma in società c’è il noto pizzaiolo-imprenditore Gino Sorbillo). Insegna pop, rumorosa, verace, economica, affollatissima, ha già conquistato anche le signore bon ton milanesi. Tra i piatti, tutti intorno ai 10 euro, spicca pasta e patate con abbondante scamorza filante: merita anche la lunga attesa.
Invece O’Peperino in piazza XXV Aprile, con regia di Nicoletta Taglialatela, si amplia a pochi anni dall’apertura. Il piano interrato diventa «Salotto Napoletano», un salone arredato come una casa piena di colori e personalità. Oltre al classico menu, qui la pizza fritta, il vero casatiello della nonna, gli ziti,i ravioli capresi, una grande pastiera, le zeppole e sciù caramellati al miele. Dolci a cura del pasticcere Alessio De Vita e carta dei vini campani. Babà Napoli si focalizza nell’ardua impresa del babà perfetto. Da Casa Infante oltre a dolci e gelati si va per i leggendari taralli con sugna e pepe. Anche Friariè è una gastro-pasticceria: Lucio e Ingrid da cinque anni preparano piatti della cucina di mammà. Solo qui si trovano il «pane cafone», il magnifico «gatò di patate», i friarielli con i totani o la salsiccia. Nel reparto pasticceria i dolci di Salvatore De Riso, mentre gli struffoli fritti con miele canditi, preparati da Ingrid. Eccellenze Campane è un universo di napoletanità su due piani: bottega, ristorante, bar, piccolo caseificio e la trattoria Cetara. Solo qui si comprano prodotti campani come la pasta di Gragnano rigata anche all’interno per raccogliere meglio il sugo, o una grande colatura di alici. Il negozio ha tra l’altro ottenuto la certificazione Kosher. In via Procaccini c’è Sciuscià a Mare e di fronte la pasticceria: in entrambi si serve anche una cassata napoletana con canditi e glassata al cioccolato. Si parla campano anche alla cornetteria Mergellina Bakery e nella gastronomia Delicatissimo, locali famosi per il «fiocco di neve», palline soffici ripiene di panna, ricotta e pasticcera. Dopo il dessert, un buon caffè. I piccoli Caffè Napoli che punteggiano la città lo servono con o senza la cremina di zucchero sbattuto. Come a Napoli, potete lasciare un caffè sospeso: l’usanza è ormai adottata dai milanesi.
Caffé sospeso
Si diffonde anche l’usanza di lasciare una tazzina pagata per chi non può permetterselo