Corriere della Sera (Milano)

Van De Sfroos ricomincia da Lecco

Parte domani da Lecco il «Tour de nocc» di Davide Van De Sfroos «Accanto ai pezzi più noti, ripesco ballate rimaste sepolte nel cassetto»

- di Enrico Parola

«Quando ho iniziato a far musica sognavo di esibirmi sulla piazza del paese, la mia immaginazi­one non si spingeva più in là; è stata la realtà ad andare oltre, anche se poi il desiderio dei miei luoghi e di palchi familiari torna sempre, e sempre forte». Così Davide Van De Sfroos, il cantautore che ha conquistat­o col suo dialetto laghée il pubblico di tutta Italia (quarto al festival di Sanremo, sold out registrati anche al sud e nelle isole) inizierà domani da Lecco, a pochi passi da casa, il nuovo «Tour de nocc», che fino a metà aprile lo porterà da Trento a Lugano, da Sondrio a Milano. «Sarà un mix tra le canzoni che tutti vogliono sentire e ballate da tanto tempo dimenticat­e in qualche cassetto; sarà l’occasione di portarle sotto un lampione»; le une e le altre «da ascoltare da prospettiv­e sonore diverse: mi piace sentire le idee dei musicisti con cui condivido il palco, essere io a seguire gli accenti che danno alle mie canzoni. Anche perché di base sono volutament­e semplici, pochi accordi che si fissano nella mente e portano l’attenzione sulle storie che raccontano».

Van De Sfroos lo sottolinea: «Non sono nato musicista. Ero un bambino che adorava star lì, al circolo o nei soggiorni dove andavo con la nonna o la zia, ad ascoltare gli anziani che raccontava­no; crescendo è cresciuto in me il desiderio di raccontare alla gente e ho capito che il dialetto laghée e la musica sarebbero stati gli strumenti più efficaci». Gli strumenti che daranno sfumature nuove alle sue storie sono il violino e il tamburello di Galliano Persico, i sax e il flauto di Riccardo Luppi, le chitarre di Paolo Cazzaniga, la batteria e le percussion­i etniche di Francesco D’Auria. Nel mezzo anche parole in prosa, racconti e ricordi a legare «Yanez», la «Ninna nanna del contrabban­diere» e «Sugamara»; magari, data la vicinanza con le festività, anche dei Natali passati: «Si festeggiav­a, ma senza esagerare per non dimenticar­e il vero Festeggiat­o, come faceva mio padre con me e come cerco di fare io con i miei tre figli». Non è semplice né scontato: «l’antivigili­a mi sono arrabbiato perché nessuno aveva ancora pensato al presepe e agli addobbi». Tra i ricordi natalizi spicca quello «di un 25 dicembre luminoso, col cielo terso e la temperatur­a mite; a mezzogiorn­o in punto il tacchino era in tavola, in venti minuti era finito, prima dell’una ero su una panchina in riva al lago con papà. Il lago era calmo, decidemmo di uscire un barca, furono ore di una bellezza rapinosa». Sobrio anche il Capodanno: «Niente concerti di San Silvestro, la mattina del “primo” andrò a camminare sulle montagne che si specchiano nel lago di Como; non è solo un piacere, è un rito: i soliti sentieri, i soliti panorami che non smettono mai di incantarmi, gli stessi che vedo dalla finestra di casa (in una frazione di Tremezzina di mille anime scarse, ndr). Nello zaino uno spuntino, il termos con la tisana calda e tanti pensieri, che spesso si chiariscon­o camminando in cresta».

Abitudinar­io «Inizierò l’anno nuovo come al solito andando a camminare sui monti sopra Tremezzina»

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 ??  ?? Laghée Davide Van De Sfroos. Nel nuovo tour è accompagna­to da una band che colora di jazz e swing i suoi pezzi
Laghée Davide Van De Sfroos. Nel nuovo tour è accompagna­to da una band che colora di jazz e swing i suoi pezzi

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