Antichità
Una mostra «immersiva» rievoca l’epopea di Annibale dalle Alpi a Cartagine
Nei sotterranei del Palazzo Farnese, a Piacenza, in questi giorni va in scena una delle epopee più appassionanti dell’antichità, quella di Annibale, il mitico condottiero cartaginese che sin da bambino — così racconta lo storico greco Polibio — giurò che mai sarebbe stato amico del popolo romano. La sua lunga lotta contro Roma viene proposta come un percorso immersivo attraverso teche olografiche, videoinstallazioni, videowall e proiezioni che raccontano con un linguaggio consono ai più giovani i protagonisti e il contesto storico dell’epoca tra Roma, Cartagine e l’intero Mediterraneo. Sulla scia del successo televisivo della premiata ditta Piero&Alberto Angela, ormai le mostre storiche e archeologiche sono infatti sempre più spesso degli show multimediali dove i reperti antichi servono solo da corredo. D’altra parte i metodi e gli strumenti di apprendimento sono del tutto cambiati con le nuove tecnologie e non è pensabile che le modalità espositive rimangano invece immobili. L’importante è che le ricostruzioni siano fatte con rigore scientifico come questa di Palazzo Farnese, confezionata dallo storico Giovanni Brizzi. In due degli ambienti più scenografici i visitatori si troveranno a ripercorrere la traversata delle Alpi e le battaglie della seconda guerra punica circondati dai guerrieri cartaginesi e dai celebri elefanti che appartenevano a una varietà di piccola taglia diffusa lungo le coste africane e oggi estinta. In particolare, poi, una sala dell’itinerario è dedicata al ruolo strategico giocato da Placentia (insieme a Cremona la prima colonia romana dell’Italia settentrionale), avamposto militare contro le truppe di Annibale e in seguito, dopo la sconfitta, confine che chiudeva a Nord il territorio dell’Italia romana. La campagna militare della prima guerra è narrata in prima persona da Annibale i cui miti ispiratori furono Alessandro Magno e Eracle-Melqart, semidio greco e punico. Un altro approfondimento introduce invece il pubblico nella seconda guerra punica con singoli focus sulle battaglie fondamentali di Trebbia, Trasimeno, Canne e Zama. È stato calcolato che la guerra costò all’Italia oltre 200 mila morti, una strage da cui si sviluppò il «metus Punicus», la paura dei punici che spinse Roma a reagire con una brutalità spietata nei confronti di Cartagine, sconfitta a fatica nonostante il capolavoro tattico di Annibale, solo nel 202 a.C. a Zama, battaglia decisiva per il ridimensionamento della potenza della città nord africana. Scipione, l’avversario del condottiero punico, era riuscito a portare la guerra in Africa (e per questo fu chiamato l’Africano), ma alla fine ci pensò il destino ad accomunare vincitore e vinto con la morte di entrambi nello stesso 183 a. C.
Per coloro che vorranno approfondire, a latere della mostra è stato creato un calendario di eventi collaterali con incontri, conferenze, convegni, appuntamenti musicali e teatrali, visite guidate in provincia di Piacenza nelle località che sono state testimoni delle gesta di Annibale.