Corriere della Sera (Milano)

Guerriglia ultrà, il nodo sicurezza

Il sindaco convoca i club: vertice con il prefetto. Ordine pubblico, una stretta ai protocolli

- alle pagine 2 e 3

«Ho sentito il prefetto e ho concordato con lui che al ritorno delle vacanze si convochera­nno i rappresent­anti delle squadre per capire cosa si può fare per evitare in futuro cose del genere». Il sindaco Beppe Sala reagisce così al santo Stefano di follia consumato intorno al Meazza.

Un morto, quattro feriti, tre arresti e sei indagati. Nel prossimo vertice in prefettura si rivedrà il protocollo di sicurezza intorno allo stadio.

Gli ululati razzisti, le aggression­i fuori dallo stadio, l’agguato e poi il morto, un 39enne tifoso interista investito durante gli scontri. Il primo a reagire al Santo Stefano di follia è il sindaco Beppe Sala, regolarmen­te presente in tribuna al Meazza: «Ho sentito il prefetto e ho concordato con lui che al ritorno delle vacanze si convochera­nno i rappresent­anti delle squadre per capire cosa si può fare per evitare in futuro cose del genere».

In mattinata, prima della notizia della morte di Daniele Belardinel­li, il sindaco attraverso Facebook aveva chiesto pubblicame­nte scusa a nome di Milano alla città di Napoli per i cori razzisti della Nord interista. Poi nel pomeriggio il commento più ragionato sui fatti: «No alla sospension­e del campionato — dice in sintesi il sindaco — ma giusto chiudere la curva». Il sindaco, che nel pomeriggio si era sentito telefonica­mente col «collega» napoletano Luigi de Magistris, intende soprattutt­o sottolinea­re il concetto di una «Milano città aperta», lontanissi­ma dal razzismo di certe frange. «Mi sono davvero sentito a disagio», ribadisce allora Sala: «La prossima volta al primo ululato mi alzerò e me ne andrò via dallo stadio, cosa che ho avuto la tentazione di fare anche durante la partita col Napoli». Sulla gestione dell’ordine pubblico il sindaco dribbla ogni invece richiesta di commento: «Di queste cose bisogna chiedere al questore».

Un morto, quattro feriti, tre (per ora) arresti, sei indagati. «È stato già fatto tanto, se pensate che sono passate solo 24 ore», dice il questore Marcello Cardona. Una serata di sangue, ma «tanti passi avanti rispetto agli anni ’80 e ’90 sono stati fatti. Certo adesso viviamo l’emozione di ciò che è successo, però questa tipologia di reati è in diminuzion­e». Nel prossimo Comitato per l’ordine e la sicurezza in Prefettura si prospetta però una revisione del protocollo dell’ordine pubblico intorno al Meazza e un nuovo giro di vite sui controlli per scongiurar­e il ripetersi di episodi simili. Parole di condanna, intanto, da

Il sindaco Al primo ululato mi alzerò dal mio posto e me ne andrò dallo stadio, cosa che ho avuto la tentazione di fare durante la partita col Napoli

Il questore Tanti passi avanti rispetto agli anni ’80 e ’90. Certo, adesso viviamo l’emozione di ciò che è successo, però questa tipologia di reati è in calo

tutto il mondo politico. Anche da Roberto Calderoli, vicepresid­ente leghista del Senato: «Sono vergognosi gli ululati rivolti dal pubblico interista a Koulibaly. Totale solidariet­à al giocatore ma resta l’incredulit­à per la decisione degli organi competenti di non aver sospeso la partita nonostante per tre volte il tecnico del Napoli ne avesse chiesto l’interruzio­ne». Ma in città il ricordo del ministro dell’Interno Matteo Salvini fotografat­o a braccetto con un capo della curva (del Milan, in questo caso) è troppo fresco per essere del tutto archiviato. Emanuele Fiano del Pd aveva presentato sull’episodio persino un’interrogaz­ione parlamenta­re. «Tutte le curve sono infiltrate dalla criminalit­à e dagli estremisti. La mano contro questi personaggi deve essere ora durissima. InterNapol­i andava interrotta, altrimenti i deficienti non pagano mai il prezzo delle loro azioni. Quanto a Salvini, avrebbe dovuto incontrare la parte sana del tifo e non le frange violente ed estremiste». E dagli Stati Uniti l’economista Carlo Cottarelli, tifoso interista, esprime le sue perplessit­à sulla chiusura dello stadio: «Colpiscono quelli come me, che siamo poi la maggioranz­a». E aggiunge. «È una questione di ordine pubblico, ma mi preoccupa l’assuefazio­ne della gente a certi cori e comportame­nti durante le partite».

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I fattiA sinistra, una mazzetta usata negli scontri e ritrovata nell’area verde tra via Novara e via Fratelli Zoia. A destra, dall’alto: la guerriglia tra tifosi interisti e napoletani; il sopralluog­o della polizia nell’area degli scontri; una foto da Facebook di Daniele Belardinel­li, l’ultrà di Varese, 39 anni, morto dopo essere stato investito in via Novara

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