Un algoritmo traduce i «like» in sconti online
Worldz aiuta a far fruttare il tempo sui social. Quartier generale in via Calabiana
L’idea di base: siamo tutti un po’ influencer. L’obiettivo: guadagnare grazie alla popolarità sui social network. Non proprio come Chiara Ferragni e i suoi colleghi, ma abbastanza per ottenere qualche sconticino. Sono i cardini di Worldz, startup con sede al coworking Talent Garden di via Calabiana e fondata dal partenopeo Joshua Priore. «L’idea è nata nel 2015 — racconta il 27enne —. Sono entrato in accademia aeronautica e per lungo tempo non ho avuto accesso al cellulare. Uscito da lì, perché ho perso la possibilità di diventare pilota, mi sono accorto che i miei coetanei erano dipendenti dallo smartphone e dai social network». Si fa strada una intuizione: sfruttare le ore spese a condividere messaggi e immagini per ottenere qualcosa in cambio. «Sono andato alla ricerca di capitali — continua Priore —, ho trovato investitori e uno sviluppatore per creare la app».
Il primo passo è uno strumento per calcolare quanto vale la popolarità di un utente Facebook, poi si passa alla realizzazione di un «aiutino» per siti di ecommerce. «Grazie a un algoritmo di nostra proprietà calcoliamo diversi fattori di un profilo personale, come il numero di amici su Facebook, la frequenza con cui si pubblicano i post, la loro tipologia». Informazioni che poi tornano utili al momento dell’acquisto.
Il cliente che naviga su un sito partner di Worldz può ottenere uno sconto personalizzato se sceglie di condividere sul proprio profilo il prodotto o il marchio che sta acquidi stando. La possibilità di fare pubblicità anche solo al brand è pensata per chi sta cercando un regalo e non è così costretto a svelare in anteprima cosa donerà.
«Una finestra di dialogo con la proposta di sconto si apre quando l’utente è incerto sul da farsi» spiega Priore. Di nuovo, è tutta una questione algoritmi. Il software di Worldz è capace di leggere il movimento del cursore nel sito Internet e predice il momento in cui il cliente sta per abbandonarlo. È allora che viene formulata l’offerta: un po’ di promozione per un prezzo più leggero.
In tanti cedono alla tentazione. «E i dati sensibili vengono utilizzati solo dall’azienda per cui si sceglie di fare réclame». Il plug in dà vantaggi sia a chi compra sia a chi vende. «Il 95 per cento del traffico sui siti di ecommerce non porta a un acquisto. Grazie ai nostri strumenti è possibile recuperarne il 30 per cento».
La startup sigla con i portali contratti diversi, a seconda del numero mensile di visitatori. A oggi Worldz conta circa 20 mila utenti attivi e cinquanta marchi appartenenti alle categorie più disparate: c’è chi vende orologi, chi cucine, abbigliamento, scarpe, climatizzatori, oggettistica. «Solo nell’ultimo mese abbiamo aiutato i clienti a recuperare centomila euro di fatturato».
Strategica, secondo Priore, la scelta di portare la sede a Milano, dove lavorano 16 persone. «È più semplice trovare investitori. Milano è una città europea e digital». Eppure in Italia ancora «non c’è un ecosistema che favorisce la nascita e lo sviluppo delle startup. All’inizio abbiamo avuto grandi difficoltà a trovare i fondi per partire». Il prossimo obiettivo è lanciare un prodotto che aiuti chi naviga a trovare tutti i partner di Worldz, per approfittare degli sconti in cambio di dati e pubblicità.
L’idea Molti sono dipendenti dal cellulare Le ore così trascorse si possono rendere utili ottenendo qualcosa in cambio
La città Milano è digital ed europea: il posto giusto in cui lavorare ma partire è stato comunque molto difficile