Corriere della Sera (Milano)

Bimbi stranieri soli, rincorsa all’affido

Sono 830 i minori in carico a Palazzo Marino. Per Momo e Ibou rinascita in famiglia

- di Elisabetta Andreis

Sono 830 i minori stranieri non accompagna­ti in carico al Comune. Le famiglie affidatari­e, invece, sono 11. Palazzo Marino e Tribunale lanciano l’appello: «Fatevi avanti». Le esperienze positive non mancano. Come quella di Momo, ivoriano arrivato a Milano a 9 anni e diventato parte della famiglia Farneti. O Ibou, dal Senegal, accolto da Daniela e Marco Allotta dopo l’invito di una onlus.

Momo è tornato per le feste di Natale. E ha ritrovato Marianna. Dieci anni, come lui. Un sorriso largo, come il suo. Sogni: quelli grandi che si fanno da piccoli. «Tu farai il calciatore, io la ballerina», dice al bimbo della Costa d’Avorio che ha fatto parte della sua famiglia per un anno. Marianna lo abbraccia e lo porta in camera a giocare. I suoi genitori, Pietro e Laura Farneti, avevano già ospitato molti bambini africani. «Ma Momo è stato il caso più difficile. Gli altri avevano la mamma e sono rimasti poco tempo, lui invece non sapeva una parola d’italiano e vista la storia era giustament­e arrabbiato». A volte i bambini capiscono al volo, molto più di quello che saremmo portati a immaginare. I due hanno stretto un sodalizio («alti e bassi», sorride Marianna , accennando un passo di danza).

Momo è l’unico minore per cui finora, a Milano, si è aperta una procedura di adottabili­tà. È arrivato in Italia a nove anni appena, il padre aveva chiesto ad un conoscente (per lui estraneo) di accompagna­rlo nel terribile viaggio durato mesi attraverso il deserto e con il barcone. Ha visto morire altri bambini, ha resistito finché l’estraneo lo ha lasciato — solo — in un campo profughi di Milano. Lì un aiuto gli è arrivato, finalmente. Era il più piccolo senza la mamma, lo hanno preso in carico i servizi del Comune e il Tribunale per i minori ha constatato lo stato di abbandono, con conseguent­e procedura di adottabili­tà.

Si sono proposti i Farneti, da sempre attivi nel volontaria­to con i minori: «Il padre di Momo aveva incaricato il conoscente di portarlo da alcuni parenti a Napoli. Ma le autorità hanno accertato che loro non potevano accoglierl­o — ricorda Pietro —. Al campo ci ha fatto moltissima tenerezza, quasi subito abbiamo chiesto di poterlo tenere temporanea­mente da noi, in attesa che si facesse avanti una coppia idonea per l’adozione».

Momo è andato alla stessa scuola elementare di Marianna, in zona Niguarda. È diventato bravo in matematica, entrato in una squadra di calcio («Hanno visto la mia bravura in attacco», sentenzia il piccoletto che ha imparato a parlare l’italiano e ha ambizioni da Samuel Eto’o). Sente sempre i genitori e i suoi sei fratelli via Skype, sogna di averli un giorno in Italia, ha nostalgia della sua cultura. In modo rocamboles­co sono stati rintraccia­ti alla fine alcuni zii della Costa d’Avorio, integrati in Emilia. Momo sta lì, da qualche mese. «Ma per le feste torna con noi...».

I Farneti non lo sanno ma

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy