Casa della poesia simbolo senza età
La Casa della poesia di via Formentini fa 15 anni. Due tra i suoi fondatori, Giancarlo Majorino e Tomaso Kemeny, ne hanno compiuti 90 e 80: le buone iniziative non sono solo quelle dei giovani.
La Casa della poesia di via Formentini sta per entrare nel 15esimo anno di vita. Fu inaugurata nel 2005 alla Palazzina Liberty dall’allora assessore Stefano Zecchi ma già dal precedente anno era in via di costituzione. Due suoi fondatori, Giancarlo Majorino e Tomaso Kemeny, hanno compiuto quest’anno 90 e 80 anni, segno che le buone iniziative non sono solo quelle dei giovani. Tra gli altri fondatori, oltre a Maurizio Cucchi, Milo De Angelis, Vivian Lamarque, Roberto Mussapi, Antonio Riccardi e Cesare Viviani, figurava Alda Merini della quale nel 2019 ricorrono i dieci anni dalla scomparsa. Evitando aprioristiche celebrazioni del personaggio, potrebbe essere l’occasione per una osservazione critica dei suoi versi. Intanto, nel prossimo mese la Casa della poesia propone tre incontri: giovedì 17 gennaio «L’assai ironica centralità del naso», con il poeta (e giornalista) Mario Baudino; giovedì 24 «Sconfinamenti» sull’opera di Dante Marianacci, poeta già direttore di vari Istituti di Cultura italiana e il 31 monologhi di Roberto Mussapi. Nel 2019 giungerà alla terza edizione il Premio Milano International promosso dall’Associazione Pegaus (ospitato nell’Istituto dei ciechi), che dedica una parte dei suoi sforzi a premiare (e poi pubblicare) poesia inedita. Al Mudec è giunto alla terza edizione il Festival Internazionale di Poesia, con il coinvolgimento delle periferie. Il sito del mensile «Poesia» di Nicola Crocetti (quest’anno il trentennale), stampato a Milano, propone ogni giorno la lettura di una poesia. L’associazione Molly Bloom organizza ogni anno un corso di scrittura poetica. Nel panorama poetico sono assenti i giovani e, soprattutto, i lettori. Ma la poesia non sta scomparendo. La poesia amatoriale è diffusa sui siti web. E twitter, con i suoi 150 caratteri è (non per i contenuti)una sorta di epigramma. Il rapporto con la poesia è diventato fluido: si scrive, ci si sbatte contro, talvolta la si ascolta, quasi mai si compra e si legge un libro di poesie.