I Ris nel rifugio: sequestrato il pc
Il procuratore capo: nessuna ipotesi esclusa
La salma di Mattia Mingarelli è stata restituita alla famiglia. Ad ucciderlo potrebbe essere stato un incidente di montagna. Ma le indagini continuano, i Ris di Parma hanno sequestrato un computer.
LECCO La salma è stata restituita ai familiari e le esequie si potrebbero tenere già nella giornata di sabato. Mattia Mingarelli, il trentenne di Albavilla, nel Comasco, scomparso il 7 dicembre durante una breve vacanza sulle nevi di Chiesa in Valmalenco e ritrovato cadavere in un bosco la vigilia di Natale, a poca distanza dal rifugio dove era stato visto l’ultima volta, sta per tornare a casa. Chiusi in un muto dolore i genitori hanno seguito fin dai primi minuti le indagini e le ricerche. Ad uccidere Mattia potrebbe essere stato un banale incidente in montagna. Ipotesi giudicata «frettolosa» da amici e parenti che chiedono non venga lasciato nulla di intentato per far luce su quello che appare come un giallo. Ed è questa l’intenzione della Procura di Sondrio e degli investigatori, tanto che ieri in località Barchi, dove Mattia aveva affittato una baita, sono arrivati i Ris.
Prima di loro il nucleo investigativo di Milano aveva passato al setaccio l’abitazione del giovane e il rifugio dove aveva preso un aperitivo con il titolare per poi allontanarsi prima di sparire nel nulla. I carabinieri del reparto investigazioni scientifiche di Parma hanno raggiunto quei luoghi in cerca di ulteriori indizi, oltre a quelli già raccolti in precedenza su cui sono in corso le analisi. Tra i reperti, sarebbe stato sequestrato un computer del rifugio. «L’indagine non può dirsi conclusa fino a quando non avremo gli esiti degli esami relativi alla presenza di eventuale altro Dna sul corpo e dei test tossicologici — spiega il Procuratore capo di Sondrio, Claudio Gittardi —. L’autopsia ci ha detto che Mattia è morto per alcune fratture al volto che potrebbero essere compatibili con una caduta, ma anche con i colpi di un oggetto contundente. Pensiamo a un incidente, ma non siamo in grado di escludere le altre ipotesi».
Il corpo è stato rinvenuto in avanzato stato di ipotermia in un bosco ai margini di una pista da sci: aveva perso una scarpa. «Forse scivolando o magari scappando», lasciano intuire gli inquirenti. Una zona battuta durante le ricerche, tanto che si stanno verificando uno per uno i percorsi fatti dai singoli uomini per essere certi che il cadavere sia sempre stato li e non vi sia stato portato successivamente. Anche su questo punto infatti al momento sono in corso le verifiche. Altre risposte si attendono dall’analisi dei tabulati del telefono cellulare del giovane agente di commercio. È stato ritrovato vicino al rifugio Ai Barchi dal titolare, Giorgio Del Zoppo, l’ultimo a vedere il trentenne vivo. L’uomo è stata ascoltato più volte dai carabinieri, l’ultima il giorno prima che venisse rinvenuto il cadavere.
«Mattia era un ragazzo sereno, solare, pieno di amici, con una vita intensa e senza ombre», le parole di Stefania Amato, legale della famiglia.