Corriere della Sera (Milano)

I Ris nel rifugio: sequestrat­o il pc

Il procurator­e capo: nessuna ipotesi esclusa

- di Barbara Gerosa

La salma di Mattia Mingarelli è stata restituita alla famiglia. Ad ucciderlo potrebbe essere stato un incidente di montagna. Ma le indagini continuano, i Ris di Parma hanno sequestrat­o un computer.

LECCO La salma è stata restituita ai familiari e le esequie si potrebbero tenere già nella giornata di sabato. Mattia Mingarelli, il trentenne di Albavilla, nel Comasco, scomparso il 7 dicembre durante una breve vacanza sulle nevi di Chiesa in Valmalenco e ritrovato cadavere in un bosco la vigilia di Natale, a poca distanza dal rifugio dove era stato visto l’ultima volta, sta per tornare a casa. Chiusi in un muto dolore i genitori hanno seguito fin dai primi minuti le indagini e le ricerche. Ad uccidere Mattia potrebbe essere stato un banale incidente in montagna. Ipotesi giudicata «frettolosa» da amici e parenti che chiedono non venga lasciato nulla di intentato per far luce su quello che appare come un giallo. Ed è questa l’intenzione della Procura di Sondrio e degli investigat­ori, tanto che ieri in località Barchi, dove Mattia aveva affittato una baita, sono arrivati i Ris.

Prima di loro il nucleo investigat­ivo di Milano aveva passato al setaccio l’abitazione del giovane e il rifugio dove aveva preso un aperitivo con il titolare per poi allontanar­si prima di sparire nel nulla. I carabinier­i del reparto investigaz­ioni scientific­he di Parma hanno raggiunto quei luoghi in cerca di ulteriori indizi, oltre a quelli già raccolti in precedenza su cui sono in corso le analisi. Tra i reperti, sarebbe stato sequestrat­o un computer del rifugio. «L’indagine non può dirsi conclusa fino a quando non avremo gli esiti degli esami relativi alla presenza di eventuale altro Dna sul corpo e dei test tossicolog­ici — spiega il Procurator­e capo di Sondrio, Claudio Gittardi —. L’autopsia ci ha detto che Mattia è morto per alcune fratture al volto che potrebbero essere compatibil­i con una caduta, ma anche con i colpi di un oggetto contundent­e. Pensiamo a un incidente, ma non siamo in grado di escludere le altre ipotesi».

Il corpo è stato rinvenuto in avanzato stato di ipotermia in un bosco ai margini di una pista da sci: aveva perso una scarpa. «Forse scivolando o magari scappando», lasciano intuire gli inquirenti. Una zona battuta durante le ricerche, tanto che si stanno verificand­o uno per uno i percorsi fatti dai singoli uomini per essere certi che il cadavere sia sempre stato li e non vi sia stato portato successiva­mente. Anche su questo punto infatti al momento sono in corso le verifiche. Altre risposte si attendono dall’analisi dei tabulati del telefono cellulare del giovane agente di commercio. È stato ritrovato vicino al rifugio Ai Barchi dal titolare, Giorgio Del Zoppo, l’ultimo a vedere il trentenne vivo. L’uomo è stata ascoltato più volte dai carabinier­i, l’ultima il giorno prima che venisse rinvenuto il cadavere.

«Mattia era un ragazzo sereno, solare, pieno di amici, con una vita intensa e senza ombre», le parole di Stefania Amato, legale della famiglia.

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(Ansa) Rappresent­ante Mattia Mingarelli, 30 anni, viveva ad Albavilla nel Comasco

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