Eventi e periferie
LO SGUARDO D’INSIEME SULLA CITTÀ
Il governo garante della candidatura alle Olimpiadi, il rilancio di Santa Giulia, la necessità di reagire all’inferno che è il bosco di Rogoredo: tre capitoli di un’unica storia, che ha Milano nel titolo. Nel dna di Milano c’è un binomio: sinergie e fare squadra. Che è quanto sta accadendo nel riassetto della zona Est. La sfida è che amministratori pubblici e operatori economici siano lungimiranti e mettano a frutto le risorse: comuni e private. I grandi eventi sono opportunità; funzionano se prevale una visione d’assieme. Ecco l’idea di progettare PalaItalia, senza vincolare la realizzazione all’effettivo svolgimento delle Olimpiadi. Se queste verranno assegnate nel 2026 sarà la sede di esibizioni; resta comunque una struttura di 15mila posti per concerti e spettacoli, in una zona nell’insieme rimasta più sogno che realtà. Riqualificare Santa Giulia non può non avere ricadute nel recupero delle aree vicine. Affrontare l’emergenza umana di Rogoredo sarà l’occasione per verificare se la città è governata da tutti: politica, forze sociali e culturali, singoli, se la milanesità insomma si gioca in nome di un bene collettivo da costruire insieme. Il governo deve capire che conviene al Paese ripartire da Milano. Qui si coniugano l’orgoglio nel coltivare un’immagine di città, sempre più europea e capace di aggregare (nel caso: Veneto e Trentino-Aldo Adige), nel gestire il territorio. È il pragmatismo ambrosiano, diffidente verso le ideologie e trasversale. È un fare con l’occhio avanti, sentendosi «autorizzati a pensare», per usare l’immagine dell’arcivescovo Delpini.